Appalti poco trasparenti. Fincantieri apra il confronto

Lavoro nero, elusione dei
contratti e delle norme sulla sicurezza, ricatti per impedire l’intervento del
sindacato a tutela dei lavoratori delle ditte esterne. La Cgil punta ancora l’indice
contro il sistema degli appalti Fincantieri a Monfalcone, scelta tra le
località simbolo della nuova campagna per la legalità del lavoro avviata a
livello nazionale dalla confederazione. «Non abbiamo gli elementi per parlare
di una responsabilità legale di Fincantieri per quanto avviene nel sistema
degli appalti, ma sicuramente esiste una responsabilità morale da parte del
gruppo, che dovrebbe fare di tutto per garantire una maggiore trasparenza nelle
reti di appalto e subfornitura». Questa la denuncia lanciata da Thomas Casotto,
segretario provinciale della Fiom-Cgil isontina, nel corso della conferenza
stampa indetta oggi a Monfalcone in occasione della terza tappa del Viaggio
della legalità, il giro d’Italia in camper organizzato dalla Cgil per
sensibilizzare cittadini, media e istituzioni sui tanti, troppi casi in cui il
lavoro deve fare i conti con il mancato rispetto dei contratti, con la
violazione delle leggi, con la corruzione, il rischio di infiltrazioni
criminali, la diffusione dilagante del lavoro nero e del caporalato.
Partito dal cantiere dell’expo di
Milano, il tour approda a Monfalcone per dare un segnale forte nei confronti di
Fincantieri, a lungo sollecitata dal sindacato ad aprire un confronto sulla
questione spinosa degli appalti. «Non diciamo no agli appalti in quanto tali –
spiega Casotto – ma a un sistema nel quale esistono troppe zone d’ombra, troppi
lavoratori senza minimi contrattuali, senza busta paga, senza diritti. Una zona
d’ombra sulla quale Fincantieri non contribuisce a fare luce, ma che si allarga
man mano che si allarga il ricorso alle ditte esterne. Se consideriamo che per
ogni dipendente Fincantieri, operano da due o tre lavoratori esterni, è
evidente che siamo di fronte a un sistema dove l’illegalità è tollerata, quasi
fosse diventata un fattore di riduzione del costo del lavoro e di
competitività».
Ma Fiom e Cgil denunciano anche
casi di ditte esterne che hanno espressamente intimato ai propri dipendenti di
non iscriversi al sindacato. «La
Fiom – ha detto Casotto – è parte civile in un processo che
dovrà appurare abnche l’esistrenza di ricatti di questo tipo nei confronti dei
lavoratori. Anche per questo abbaimo più volte sollecitato un intervento di
Fincantieri, ma finora invano». Una richiesta che oggi la Cgil rilancia sia a livello
regionale, con il segretario organizzativo Emanuele Iodice, sia con la presenza
a Monfalcone di Carlo Baldini e Luciano Silvestri, responsabili nazionali della
campagna sulla legalità. «Campagna di cui Monfalcone – hanno spiegato Iodice,
Baldini e Silvestri – diventa uno dei luoghi simbolo. E’ grave infatti che uno
dei più importanti gruppi pubblici del nostro Paese, guidato tra l’altro dal
presidente di Confindustria Fvg, abbia finora rifiutato qualsiasi confronto
sulla questione degli appalti. Ancora più grave che il Governo, azionista di
maggioranza, finga di non vedere come in una realtà così importante ci siano
centinaia di lavoratori ricattabili, ricattati e discriminati: un esempio
concreto di quelle discriminazioni che a parole si dice di voler cancellare
attraverso nuove leggi, quando la prima preoccupazione dovrebbe essere quella
di far applicare le leggi esistenti».