Denatalità, grottesche le polemiche del centrodestra
Trovo davvero strumentale e grottesca la polemica innescata da alcuni consiglieri del centrodestra sulla denatalità nel Fvg. E’ evidente infatti che si tratta di una conseguenza della crisi, acuita dal precariato, destinato a diventare sempre di più, dopo il jobs act, la modalità ordinaria nel rapporto di lavoro, alla quale tanti giovani rimangono sospesi: la Giunta non ha in questo caso alcuna responsabilità diretta. Oltretutto il crollo delle nascite è cominciato nel 2008 e non mi risulta governasse Serracchiani.
Cercare una soluzione a questi problemi attraverso il “bonus bebè”, finanziando la scuola paritaria o rimborsando ai genitori le spese sostenute nei primi anni di vita dei neonati sulla base degli scontrini presentati (modalità sulla quale i consiglieri non hanno certo dato il buon esempio), mi pare puro folklore.
Una recente ricerca del Censis rimarca esattamente la stessa tendenza in tutto il Paese, che sta diventando ogni giorno più vecchio, con 8,5 bambini ogni 1000 abitanti: peggio di noi, in Europa, sta solo la Germania. Nell’ultimo anno la media nazionale del calo delle nascite è stata del 3,7%, cinque decimali inferiore a quello della Regione, che, per chi non lo sa, è la più vecchia d’Italia e ha avuto pure un minor flusso di immigrati, che sono coloro che di più alzano la media, in quest’ultimo periodo. Non è evidentemente agli anziani che si può chiedere un contributo alla natalità ed è difficile pensare che in una Regione col più alto numero di over 65, assieme alla Liguria, le nascite aumentino.
Se i consiglieri del Centro destra si fossero letti la ricerca avrebbero inoltre scoperto che l’83% degli italiani attribuisce questa situazione alla crisi e che non chiedono bonus bebè, ma sostegno al reddito, sgravi fiscali, potenziamento degli asili nido e abbattimento delle rette, aumento dei servizi pubblici. Ciò che sostiene e chiede da tempo la Cgil. Penso che, anche in questa prospettiva, il reddito di inserimento potrebbe essere un utile incentivo: si potrebbe pensare a come estenderlo alle giovani mamme precarie o non occupate per i periodi non coperti dalla legge. Un nuovo tema per il confronto da aprire.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg