Sicurezza sul lavoro, potenziare gli organici
«Chiarire se le unità operative di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (Uopsal) delle Aziende sanitarie siano o meno nelle condizioni di svolgere gli importanti compiti ad esse affidati dalla legislazione nazionale e regionale». Questa la richiesta che le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil avanzano all’assessore alla Salute Vladimir Kosic e ai presidenti delle commissioni Lavoro e Salute del Consiglio regionale.
I sindacati, che mercoledì illustreranno le proprie posizioni davanti alle due commissioni, richiamano l’amministrazione regionale e i vertici delle Aziende sanitarie a dare «concreta attuazione» ai contenuti del recente documento congiunto firmato con le Procure della Repubblica del Friuli Venezia Giulia in materia di infortuni sul lavoro e malattie professionali. In quel protocollo, illustrato ai sindacati nel corso di un recente incontro con il Procuratore generale della Corte d’Appello di Trieste, l’assessorato alla Salute prendeva atto dell’esigenza di garantire alle Uopsal «le necessarie risorse e la presenza di un organico adeguato alle necessità». Questo, ricordano i sindacati, anche per far fronte al pesante numero di pratiche arretrate legate alla frequenza dei casi di mesotelioma maligno segnalate dai referti medici. Un fenomeno questo che, come si legge nel protocollo firmato con le Procure, «rappresenta una vera e propria emergenza nella regione ed impegna in particolare i servizi sanitari e le Procure di Trieste e Gorizia».
Questo ulteriore problema, secondo Cgil, Cisl e Uil, ha aggravato le carenze di personale e risorse dovute alla mancata attuazione di norme e disposizioni regionali relative al potenziamento dei servizi di prevenzione e vigilanza: «La presenza di diversi provvedimenti regionali approvati dal 2002 ad oggi e rimasti inattuati – scrivono in una nota Giuliana Pigozzo, Maurizio Cappellin e Fernando Della Ricca – impone un’azione di verifica sia sull’operato delle aziende sanitarie sia sull’amministrazione regionale, che su di esse doveva esercitare il proprio controllo». Una verifica questa che per i sindacati «deve per forza di cose veder coinvolti tutti i soggetti interessati, non esclusa la magistratura». Sotto accusa anche i bonus annuali riconosciuti ai direttori generali delle aziende sanitarie, «nonostante il mancato raggiungimento degli importanti obiettivi ad essi affidati sul versante della prevenzione e della vigilanza».
«L’esigenza di dare concretezza agli obiettivi indicati nell’intesa con le Procure – secondo Cgil, Cisl e Uil – comporta anche una verifica delle singole pianificazioni aziendali e delle priorità operative . Diversamente non nascondiamo le nostre preoccupazioni circa l’effettiva praticabilità delle previsioni legislative e delle iniziative collegate. Tanto più che è finora mancata un’iniziativa regionale capace di armonizzare le iniziative, favorire economie di scala e rafforzare le diverse attività in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. A tale proposito – concludono le segreterie – vogliamo infine rilevare che il Comitato regionale di coordinamento di cui all’art. 7 del D.Lgs. 81/08, citato anche nel documento consegnatoci, non risulta ancora operante, nonostante le ripetute sollecitazioni del sindacato».