Primo Maggio, nelle piazze del Fvg anche il grande tema dell’accoglienza
Non soltanto una crisi ancora pesantissima, con un’occupazione tornata a livelli da fine anni Novanta e 23mila posti persi rispetto ai valori pre-crisi, ma anche la grande sfida della solidarietà e dell’accoglienza nei confronti dei profughi. Questi i grandi temi che caratterizzeranno i cortei del Primo Maggio in regione, dove la festa del lavoro sarà anche l’occasione per un segnale forte del sindacato sulle politiche per l’immigrazione. La scelta è in piena sintonia con quella dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, che celebreranno la Festa del lavoro nel centro di accoglienza di Pozzallo, in Sicilia, un anno dopo la manifestazione nazionale di Pordenone, individuata nel 2014 come città simbolo della crisi per le vertenze Electrolux e Ideal Standard.
CGIL. «Se è vero che il Governo deve dotarsi di una strategia complessiva e non può pretendere di scaricare il problema sui territori, il Fvg può e deve produrre uno sforzo comune per far fronte al dovere dell’accoglienza, distribuendo nel modo più omogeneo possibile la presenza dei profughi sul territorio, con il contributo di tutti. Ricordando che abbiamo di fronte non clandestini, come li definisce chi vuole voltare le spalle al problema, ma appunto profughi». Così il segretario della Cgil Fvg Franco Belci, che chiede a Regione e sindaci di fare fronte comune di fronte all’emergenza umanitaria.
UIL. Un appello analogo arriva dal leader della Uil regionale Giacinto Menis. «Chiudere le porte – dichiara – significherebbe tradire la nostra tradizione di accoglienza. Oltre a pretendere dal Governo nazionale e dall’Europa politiche coordinate capaci di affrontare questa emergenza e contrastare l’azione dei trafficanti di uomini, anche lungo le rotte di terra, dobbiamo ritrovare quello stesso spirito di coesione e di solidarietà che il Fvg ha saputo esprimere in passato, producendo risultati esemplari, e che costituisce il primo vero tessuto connettivo della nostra comunità regionale».
CISL. «Il nostro – sottolinea da parte sua il segretario della Cisl Fvg Giovanni Fania – è un invito a non chiudere gli occhi, come ha chiesto anche Papa Francesco. Nella consapevolezza che dietro alle tragedie a cui stiamo assistendo impotenti non c’è solo dalla guerra, ma anche una distribuzione profondamente diseguale della ricchezza e del lavoro a livello mondiale, che obbliga uomini, donne, bambini ad abbandonare la propria casa e le proprie radici. Serve quindi un nuovo sistema globale di regole capace di garantire a tutti una vita dignitosa fatta di lavoro e speranza nel futuro».
LE CITT??. Quanto al programma del Primo Maggio, quest’anno si torna al classico schema articolato per province, dopo l’eccezione del 2014, legato alla manifestazione nazionale di Pordenone. Non mancano le novità, come il concerto di Udine, in piazza Venerio, appendice pomeridiana del tradizionale corteo di Cervignano, all’interno di una giornata che si articolerà su quattro sedi principali, Trieste, Gradisca d’Isonzo, Pordenone e appunto Cervignano, con manifestazioni e iniziative anche ad Aurisina e Muggia, in provincia di Trieste, a Lauco in Carnia. Da segnalare anche la consueta iniziativa del Comitato sindacale interregionale (Csi) Fvg-Slovenia, che martedì 28 aprile organizza un “pullman del lavoro” tra Trieste e Capodistria per chiedere un rafforzamento delle strategie di cooperazione a cavallo del confine contro la crisi, per l’occupazione e i diritti dei lavoratori transfrontalieri (vd programma allegato).
I CORTEI. Schema classico anche per i percorsi dei cortei: da campo San Giacomo a piazza Unità a Trieste, da viale Trieste fino al centro a Gradisca, da via Garibaldi a piazza Indipendenza a Cervignano, con il consueto accompagnamento dei trattori, da piazza Martiri del Lavoro fino al municipio a Pordenone. Gli orari di concentramento e partenza sono fissati tra le 9 e le 9.30, con l’eccezione di Pordenone, dove si partirà alle 10.30. Tra le presenze nazionali da segnalare i segretari confederali Paolo Carcassi (Uil) e Luigi Sbarra (Cisl), rispettivamente a Trieste e a Gradisca, mentre a Cervignano parlerà Iris Morassi, della Cisl regionale, e a Pordenone la segretaria provinciale Cgil Giuliana Pigozzo.
CGIL. «Se è vero che il Governo deve dotarsi di una strategia complessiva e non può pretendere di scaricare il problema sui territori, il Fvg può e deve produrre uno sforzo comune per far fronte al dovere dell’accoglienza, distribuendo nel modo più omogeneo possibile la presenza dei profughi sul territorio, con il contributo di tutti. Ricordando che abbiamo di fronte non clandestini, come li definisce chi vuole voltare le spalle al problema, ma appunto profughi». Così il segretario della Cgil Fvg Franco Belci, che chiede a Regione e sindaci di fare fronte comune di fronte all’emergenza umanitaria.
UIL. Un appello analogo arriva dal leader della Uil regionale Giacinto Menis. «Chiudere le porte – dichiara – significherebbe tradire la nostra tradizione di accoglienza. Oltre a pretendere dal Governo nazionale e dall’Europa politiche coordinate capaci di affrontare questa emergenza e contrastare l’azione dei trafficanti di uomini, anche lungo le rotte di terra, dobbiamo ritrovare quello stesso spirito di coesione e di solidarietà che il Fvg ha saputo esprimere in passato, producendo risultati esemplari, e che costituisce il primo vero tessuto connettivo della nostra comunità regionale».
CISL. «Il nostro – sottolinea da parte sua il segretario della Cisl Fvg Giovanni Fania – è un invito a non chiudere gli occhi, come ha chiesto anche Papa Francesco. Nella consapevolezza che dietro alle tragedie a cui stiamo assistendo impotenti non c’è solo dalla guerra, ma anche una distribuzione profondamente diseguale della ricchezza e del lavoro a livello mondiale, che obbliga uomini, donne, bambini ad abbandonare la propria casa e le proprie radici. Serve quindi un nuovo sistema globale di regole capace di garantire a tutti una vita dignitosa fatta di lavoro e speranza nel futuro».
LE CITT??. Quanto al programma del Primo Maggio, quest’anno si torna al classico schema articolato per province, dopo l’eccezione del 2014, legato alla manifestazione nazionale di Pordenone. Non mancano le novità, come il concerto di Udine, in piazza Venerio, appendice pomeridiana del tradizionale corteo di Cervignano, all’interno di una giornata che si articolerà su quattro sedi principali, Trieste, Gradisca d’Isonzo, Pordenone e appunto Cervignano, con manifestazioni e iniziative anche ad Aurisina e Muggia, in provincia di Trieste, a Lauco in Carnia. Da segnalare anche la consueta iniziativa del Comitato sindacale interregionale (Csi) Fvg-Slovenia, che martedì 28 aprile organizza un “pullman del lavoro” tra Trieste e Capodistria per chiedere un rafforzamento delle strategie di cooperazione a cavallo del confine contro la crisi, per l’occupazione e i diritti dei lavoratori transfrontalieri (vd programma allegato).
I CORTEI. Schema classico anche per i percorsi dei cortei: da campo San Giacomo a piazza Unità a Trieste, da viale Trieste fino al centro a Gradisca, da via Garibaldi a piazza Indipendenza a Cervignano, con il consueto accompagnamento dei trattori, da piazza Martiri del Lavoro fino al municipio a Pordenone. Gli orari di concentramento e partenza sono fissati tra le 9 e le 9.30, con l’eccezione di Pordenone, dove si partirà alle 10.30. Tra le presenze nazionali da segnalare i segretari confederali Paolo Carcassi (Uil) e Luigi Sbarra (Cisl), rispettivamente a Trieste e a Gradisca, mentre a Cervignano parlerà Iris Morassi, della Cisl regionale, e a Pordenone la segretaria provinciale Cgil Giuliana Pigozzo.