Donne e lavoro, il Friuli Venezia Giulia frena
Quasi 2.000 occupate in meno in un solo anno, un tasso di disoccupazione medio vicino al 10%, con una punta del 10,5% a Udine, una flessione, sia pure lieve, anche nella propensione a cercare un impiego. Questo il quadro del mercato del lavoro femminile in Friuli Venezia Giulia alla luce dei recentissimi dati Istat aggiornati all’intero 2015, presentati dalle donne della Cgil e dello Spi (Sindacato pensionati) di Udine nel corso di un’iniziativa organizzata al teatro San Giorgio nell’ambito delle manifestazioni per la Giornata internazionale della donna.
«E’ un quadro che resta estremamente preoccupante e sul quale incidono parecchio non soltanto le dinamiche della crisi, ma anche le carenze del welfare, prassi e stereotipi consolidati che continuano a ostacolare la strada verso una vera parità tra uomo e donna nel mercato del lavoro e nella società». Queste le parole di Orietta Olivo, responsabile lavoro e welfare della segreteria regionale Cgil, che denuncia anche la «segregazione orizzontale» che continua a concentrare le donne nelle fasce più deboli e meno pagate del mercato del lavoro, «a partire dai settori dell’assistenza e del lavoro domestico». Senza dimenticare il part-time, aggiunge Olivo, «che non è sempre una libera scelta delle donne ma che spesso è imposto, come testimonia la percentuale altissima, il 36%, di donne occupate in regione con contratti a orario parziale».
A penalizzare le donne anche il peso degli stereotipi, tema centrale dell’iniziativa di Udine, affrontato anche dalle altre relatrici, la sociologa Monica Pascoli, l’insegnante Sonia Aita, l’esperta di comunicazione Martina Luisa e la segretaria provinciale dello Spi-Cgil Daniela Vivarelli. «Stereotipi – sottolinea Olivo – che pesano sulle donne fin dalla scelta dei percorsi di studio e formazione, indirizzandole verso lauree di tipo umanistico piuttosto che tecnico o verso forme di impiego e professione meno pagate e ritenute più adatte alle donne solo perché questa è la prassi».
«E’ un quadro che resta estremamente preoccupante e sul quale incidono parecchio non soltanto le dinamiche della crisi, ma anche le carenze del welfare, prassi e stereotipi consolidati che continuano a ostacolare la strada verso una vera parità tra uomo e donna nel mercato del lavoro e nella società». Queste le parole di Orietta Olivo, responsabile lavoro e welfare della segreteria regionale Cgil, che denuncia anche la «segregazione orizzontale» che continua a concentrare le donne nelle fasce più deboli e meno pagate del mercato del lavoro, «a partire dai settori dell’assistenza e del lavoro domestico». Senza dimenticare il part-time, aggiunge Olivo, «che non è sempre una libera scelta delle donne ma che spesso è imposto, come testimonia la percentuale altissima, il 36%, di donne occupate in regione con contratti a orario parziale».
A penalizzare le donne anche il peso degli stereotipi, tema centrale dell’iniziativa di Udine, affrontato anche dalle altre relatrici, la sociologa Monica Pascoli, l’insegnante Sonia Aita, l’esperta di comunicazione Martina Luisa e la segretaria provinciale dello Spi-Cgil Daniela Vivarelli. «Stereotipi – sottolinea Olivo – che pesano sulle donne fin dalla scelta dei percorsi di studio e formazione, indirizzandole verso lauree di tipo umanistico piuttosto che tecnico o verso forme di impiego e professione meno pagate e ritenute più adatte alle donne solo perché questa è la prassi».