Carta dei diritti, da aprile la raccolta delle firme

«Usciamo dalla fase di confronto
interno per affrontare il mare aperto sia con la raccolta delle firme per la Carta e i referendum sul
lavoro, sia con un confronto a tutto campo con le istituzioni, la politica e la
società civile della nostra regione». Il segretario regionale della Cgil
commenta così, da Roma, l’approvazione della Carta dei diritti del lavoro da
parte del direttivo nazionale della Cgil. Votata all’unanimità dal massimo
organo della confederazione, la
Carta ha concluso una consultazione che ha coinvolto 1,5
milioni di iscritti a livello nazionale e 17mila in Fvg, dove sono state organizzate
693 assemblee. Tra lavoratori e pensionati hanno partecipato 5.925 iscritti a
Pordenone, 5.359 a
Udine, 2.156 a
Trieste e 3.342 a
Gorizia, per un totale di 16.782 votanti e una percentuale di consensi che ha
superato il 90% in tutte e quattro le province.
L’andamento della consultazione,
per Belci, «è la testimonianza della voglia di partecipazione dei lavoratori e del
forte radicamento della Cgil, sia a livello nazionale che in regione». Il
prossimo passaggio, spiega ancora il segretario, è quello della raccolta delle
firme a sostegno della Carta, una proposta di legge di iniziativa popolare di
97 articoli che punta a riscrivere i diritti del lavoro dipendente e autonomo
in un contesto profondamente cambiato, e di tre referendum abrogativi tesi alla
cancellazione del lavoro accessorio (voucher), alla reintroduzione della
responsabilità solidale negli appalti e della tutela reintegratoria in caso di
licenziamento illegittimo.
La raccolta partirà il 9 aprile per
concludersi a ottobre per la
Carta, a luglio nel caso dei referendum, «che non
rappresentano l’obiettivo principale della Cgil ma uno strumento per rafforzare
e accelerare l’iter della proposta di legge», spiega ancora Belci, non senza
sottolineare l’eccezionale rilevanza sindacale e politica della campagna,
giunta a metà percorso. «La nostra – conclude il leader della Cgil Fvg – è
un’iniziativa che si intreccia strettamente con il piano per il lavoro,
l’accordo sulla rappresentatività e quello sulle relazioni sindacali: l’insieme
di questi passaggi costituisce, infatti, un orizzonte completamente diverso da
quello prospettato dal governo, un’alternativa concreta alla rassegnazione di
chi considera ineluttabile un’uscita dalla crisi con la sconfitta del lavoro».

CARTA DEI DIRITTI UNIVERSALI DEL LAVORO, IL TESTO DEFINITIVO
CARTA DEI DIRITTI UNIVERSALI DEL LAVORO, I 3 QUESITI REFERENDARI