Referendum Anti Jobs-Act: dalla Cgil Fvg 12500 firme. A livello nazionale superato il milione
La Cgil taglia ampiamente il traguardo delle 500mila firme per la presentazione dei referendum abrogativi anti jobs-act, lanciati nell’ambito della grande campagna per la Carta dei Diritti universali del lavoro. Anzi, va oltre il doppio della cifra necessaria a raggiungere l’obiettivo. Le sottoscrizioni raccolte e depositate in Cassazione, infatti, come ufficializzato oggi a Roma da Susanna Camusso, sono oltre 1,1 milioni per ognuno dei tre quesiti referendari, quindi ben al di sopra del limite di 500mila fissato dalla Costituzione: un traguardo raggiunto anche grazie alle 12.500 firme già raccolte dalla Cgil Fvg, che si è mobilitata sia con banchetti nelle piazze e nei luoghi di lavoro, sia per consentire a tutti i cittadini della regione di firmare nel proprio comune di residenza. «Uno sforzo senza precedenti – commenta il segretario organizzativo Emanuele Iodice – come richiesto dall’importanza di una sfida, la Carta dei Diritti, alla quale la Cgil affida l’obiettivo di invertire la rotta rispetto alla progressiva destrutturazione e precarizzazione del mercato del lavoro, di cui il jobs-act rappresenta soltanto l’ultimo atto».La campagna si compone di due iniziative distinte, ma strettamente collegate fra loro. L’obiettivo principale è la presentazione della Carta dei diritti universali del lavoro, una proposta di legge di iniziativa popolare composta di 97 articoli che riscrivono, adeguandolo alla realtà attuale, lo Statuto dei lavoratori del 1970 (la raccolta firme per la Carta proseguirà anche nei prosimi tre mesi). A supporto dell’iter della legge la Cgil ha anche elaborato tre referendum di altrettante norme previste dal jobs-act, per riscrivere le regole sui voucher, sulle tutele dei lavoratori nell’ambito degli appalti e sulla tutela risarcitoria dei dipendenti ingiustamente licenziati.E sono stati proprio i referendum a rappresentare la sfida più difficile, visto il numero minimo di firme certificate richieste – 500mila, contro le 50mila sufficienti per la presentazione di una legge d’iniziativa popolare – e i più ristretti termini fissati dalla Costituzione per la raccolta, appena 90 giorni mesi dalla presentazione dei quesiti, contro i 6 mesi richiesti per la presentazione di una proposta di legge. Ma, come detto, l’obiettivo è stato più che raddoppiato: «E’ un risultato straordinario e importante – ha detto Susanna Camusso – che testimonia il consenso che le proposte della Cgil incontrano nel Paese. Un risultato frutto del lavoro volontario dei militanti e dei delegati della Cgil, oltre che dell’impegno di tutti i dirigenti, funzionari e collaboratori dell’organizzazione».Dopo la consegna delle firme alla Corte di Cassazione, i tempi del percorso referendario, voluto dalla Cgil per “spingere” l’iter parlamentare della carta dei diritti, sono rigorosamente definiti dalla Costituzione, agli articoli 33 e 75. Entro il 31 ottobre la Cassazione si esprimerà sulla conformità della sottoscrizione, concedendo – ove fosse necessario – un termine di ulteriori 20 giorni (20 novembre) per sanare eventuali lacune. Dopodiché, entro il 15 dicembre, i quesiti formalmente ammessi saranno inviati alla Corte Costituzionale per il giudizio di legittimità, che dovrà essere pubblicato entro il 10 febbraio del prossimo anno. Se la pronuncia della Consulta sarà positiva, lo svolgimento dei referendum dovrà avvenire tra il 15 aprile e il 15 giugno 2017.