Allarme Filcams, la crisi colpisce duro anche il terziario
Se il manifatturiero piange, il commercio non ride: la crisi fa sentire i suoi effetti anche nel terziario, che sta registrando una brusca impennata nel numero di esuberi, nel ricorso alla cassa integrazione e alle altre forme di ammortizzatori sociali. Diverse centinaia i posti di lavoro già persi in regione, dove crescono le situazioni di disagio: dal settore delle pulizie a quello dei servizi all’impresa, dalla distribuzione al turismo, che registra anch’esso una forte crescita delle richieste di disoccupazione. A lanciare l’allarme il segretario regionale della Filcams Cgil Franco Barera, nel corso dell’assemblea regionale di delegati convocata a Udine alla presenza di Franco Martini, segretario generale della categoria.
La presenza in regione di Martini – che ha puntato l’indice contro le misure anticrisi del Governo, «insufficeinti e sbagliate» – assume un significato particolare in vista della grande manifestazione nazionale indetta dalla Cgil per sabato 4 aprile a Roma, ma anche per la concomitanza con la chiusura della consultazione in merito all’accordo separato sulla contrattazione, che ha coinvolto in regione decine di migliaia di lavoratori. «Abbiamo detto no a quell’accordo – spiega il leader della Filcams – perché da questa crisi si esce soltanto sostenendo il reddito dei lavoratori e confermando il ruolo del contratto nazionale, l’esatto contrario di quanto prevede il testo firmato da Cisl e Uil».
Barera, da parte sua, si è soffermato sui principali punti di crisi aperti in regione: «Nel settore dei servizi all’impresa le punte di disagio si registrano nelle cooperative in servizio presso aziende come Ideal Standard, Fantoni, Ferriere Nord e Abs, con centinaia di lavoratori sospesi a zero ore. La situazione non migliora negli appalti pubblici, dalle caserme alle sedi di carabinieri e polizia, un settore che complessivamente occupa 200 lavoratrici e che sconta una pesantissima riduzione degli orari, con percentuali dal 20 al 50%. Tagli anche nelle imprese interinali, dove sono decine i dipendenti colpiti da licenziamenti (Metis), uscite incentivate (Adecco-Men at work) e contratti di solidarietà (Adecco), negli istituti di ricerca (70 posti tra Swg e Link System) e nel comparto della formazione. Ma anche il settore del turismo, nonostante il buon andamento della stagione invernale, si registra un aumento dei licenziamenti nei pubblici esercizi: nei primi 2 mesi del 2009, infatti, le domande di disoccupazione sono aumentate di oltre il 30%».
Un bollettino completato dal settore della distribuzione: «I precari tagliati all’outlet di Ajello e al Bennet di Udine, la chiusura di Conforama a Pordenone, le procedure di mobilità al Mercatone Zeta di Palmanova e alla Coin di Udine, il contratto di solidarietà nel gruppo Bernardi – spiega ancora Barera – sono soltanto i casi più di una difficoltà più diffusa che colpisce un po’ tutti i comparti. E non bastano a riequilibrare questa tendenza la recente apertura di ipermercati come Coop Montedoro a Trieste e quella di Ikea a Villesse, annunciata entro l’anno».
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