Tpl, la clausola sociale non può essere messa in discussione
«Aspettiamo con serenità il giudizio della magistratura amministrativa. Riterremmo però grave qualsiasi decisione che portasse a un abbassamento dei parametri di qualità stabiliti nel bando di gara, a favore di ribassi che porterebbero inevitabilmente a uno scadimento del servizio e a un peggioramento delle condizioni dei lavoratori». Questa la presa di posizione della Cgil dopo il ricorso della cordata guidata da Busitalia contro l’affidamento a Tpl Fvg scarl del servizio di trasporto pubblico locale. «Premesso che la scelta della gara non è stata fatta dal sindacato ma dalla Regione – scrivono in una nota congiunta il numero uno della Cgil Fvg Villiam Pezzetta e il segretario regionale della Filt Valentino Lorelli – il bando poneva le condizioni per un miglioramento sia quantitativo che qualitativo del servizio, a fronte di una domanda in costante aumento, specialmente nella parte più debole della società».
Pezzetta e Lorelli ricordano come il precedente ricorso, che metteva in discussione ben 14 punti del bando, sia stato accolto soltanto nella parte relativa all’obbligo di acquisto dei mezzi. Respinte invece le riserve sugli altri articoli, compreso quello sulla cosiddetta clausola sociale, «tesa a garantire – sottolineano i due esponenti Cgil – due elementi fortemente qualificanti del Tpl regionale come la qualità del servizio e la tutela dei lavoratori del settore, riconoscendone gli elevati livelli di professionalità e produttività». Da qui il no della Cgil a qualsiasi modifica che porti a una rimessa in discussione della clausola: «Non difendiamo rendite di posizione o sacche di inefficienze forse presenti in altre aree del paese – concludono Pezzetta e Lorelli – ma la qualità del servizio e gli altissimi livelli di produttività dei lavoratori del settore. Se l’obiettivo fosse quello di metterne in discussione i diritti e le tutele, più o meno surrettiziamente, da parte nostra non potrebbe che arrivare la più netta e decisa opposizione.
Pezzetta e Lorelli ricordano come il precedente ricorso, che metteva in discussione ben 14 punti del bando, sia stato accolto soltanto nella parte relativa all’obbligo di acquisto dei mezzi. Respinte invece le riserve sugli altri articoli, compreso quello sulla cosiddetta clausola sociale, «tesa a garantire – sottolineano i due esponenti Cgil – due elementi fortemente qualificanti del Tpl regionale come la qualità del servizio e la tutela dei lavoratori del settore, riconoscendone gli elevati livelli di professionalità e produttività». Da qui il no della Cgil a qualsiasi modifica che porti a una rimessa in discussione della clausola: «Non difendiamo rendite di posizione o sacche di inefficienze forse presenti in altre aree del paese – concludono Pezzetta e Lorelli – ma la qualità del servizio e gli altissimi livelli di produttività dei lavoratori del settore. Se l’obiettivo fosse quello di metterne in discussione i diritti e le tutele, più o meno surrettiziamente, da parte nostra non potrebbe che arrivare la più netta e decisa opposizione.