Fiom regionale, fumata bianca per Maurizio Marcon
Quarantasei voti favorevoli, 8 contrari, una scheda bianca e un astenuto. Questo l’esito conclusivo del voto dell’assemblea generale della Fiom Friuli Venezia Giulia, che questa mattina a Udine ha eletto il suo nuovo segretario, alla presenza del numero uno nazionale dei metalmeccanici Cgil Maurizio Landini. Si tratta Maurizio Marcon, che oggi ha raggiunto non soltanto la maggioranza assoluta dei votanti, come era già avvenuto nelle due precedenti votazioni, nel 2016, ma anche dei 75 componenti dell’assemblea. Il neosegretario, 53 anni, subentra a Gianpaolo Roccasalva, giunto al termine statutario del secondo mandato alla guida della Fiomn regionale.
Entrato in Fiom nel 1992 come delegato alla Cimolai, Marcon è segretario generale della Fiom di Pordenone, incarico assunto dal 2010 e che continuerà a portare avanti fino alla scadenza dell’attuale mandato, nel 2018. «Sono pronto a “pedalare” con impegno e senso di responsabilità, ma avrò bisogno dell’aiuto di tutta l’organizzazione». Queste le prime parole di Marcon, che suonano come un appello all’unità della Fiom regionale, dopo i travagli che hanno caratterizzato sia il rinnovo della segreteria regionale che di quelle provinciali a Udine e Trieste. «Il primo passaggio – ha aggiunto Marcon – sarà quello di riunire gli esecutivi territoriali proprio per gettare le basi di un ritrovato impegno comune». Sulla stessa linea Maurizio Landini: «Ci sono state divisioni e lacerazioni – ha detto il segretario generale – ma la Fiom è stata capace di ritrovare una sintesi. Adesso si tratta di impiegare le energie per dare forza alle grandi battaglie che ci attendono sia come categoria, con la partita che si sta per aprire sulla contrattazione di secondo livello, sia a fianco della Cgil, per portare avanti la nostra sfida di cambiare le politiche del lavoro in questo Paese».
Spetterà all’assemblea nazionale Fiom di metà giugno, ha aggiunto Landini, il compito di definire le linee guida sia sulla contrattazione di secondo livello sia in vista di una nuova stagione di mobilitazione generale sui temi del lavoro, della riforma delle pensioni, degli ammortizzatori sociali, del fisco. «Il risultato che abbiamo ottenuto su voucher e appalti – ha detto ancora il leader della Fiom – è la dimostrazione che modificare le leggi sbagliate è possibile. Ma è un risultato ancora parziale, perché il grosso delle llegi in materia di lavoro e di pensioni è ancora lì, tutto da cambiare». Ad allarmare la Fiom anche l’intreccio tra jobs act e riforma degli ammortizzatori: «Oggi a un’azienda licenziare costa molto meno che mettere un lavoratore in cassa integrazione, e questo ci preoccupa molto, perché se è vero che in alcuni settori la produzione è ripartrita e si fa addirittura straordinario, abbiamo ancora davanti tante ristrutturazioni molto difficili, con tantissimi posti di lavoro a rischio». Forte, infine, l’appello del segretario generale al proselitismo, «perché il consenso che la Fiom ottiene quando si votano le Rsu deve tradursi anche in nuove iscrizioni».
Entrato in Fiom nel 1992 come delegato alla Cimolai, Marcon è segretario generale della Fiom di Pordenone, incarico assunto dal 2010 e che continuerà a portare avanti fino alla scadenza dell’attuale mandato, nel 2018. «Sono pronto a “pedalare” con impegno e senso di responsabilità, ma avrò bisogno dell’aiuto di tutta l’organizzazione». Queste le prime parole di Marcon, che suonano come un appello all’unità della Fiom regionale, dopo i travagli che hanno caratterizzato sia il rinnovo della segreteria regionale che di quelle provinciali a Udine e Trieste. «Il primo passaggio – ha aggiunto Marcon – sarà quello di riunire gli esecutivi territoriali proprio per gettare le basi di un ritrovato impegno comune». Sulla stessa linea Maurizio Landini: «Ci sono state divisioni e lacerazioni – ha detto il segretario generale – ma la Fiom è stata capace di ritrovare una sintesi. Adesso si tratta di impiegare le energie per dare forza alle grandi battaglie che ci attendono sia come categoria, con la partita che si sta per aprire sulla contrattazione di secondo livello, sia a fianco della Cgil, per portare avanti la nostra sfida di cambiare le politiche del lavoro in questo Paese».
Spetterà all’assemblea nazionale Fiom di metà giugno, ha aggiunto Landini, il compito di definire le linee guida sia sulla contrattazione di secondo livello sia in vista di una nuova stagione di mobilitazione generale sui temi del lavoro, della riforma delle pensioni, degli ammortizzatori sociali, del fisco. «Il risultato che abbiamo ottenuto su voucher e appalti – ha detto ancora il leader della Fiom – è la dimostrazione che modificare le leggi sbagliate è possibile. Ma è un risultato ancora parziale, perché il grosso delle llegi in materia di lavoro e di pensioni è ancora lì, tutto da cambiare». Ad allarmare la Fiom anche l’intreccio tra jobs act e riforma degli ammortizzatori: «Oggi a un’azienda licenziare costa molto meno che mettere un lavoratore in cassa integrazione, e questo ci preoccupa molto, perché se è vero che in alcuni settori la produzione è ripartrita e si fa addirittura straordinario, abbiamo ancora davanti tante ristrutturazioni molto difficili, con tantissimi posti di lavoro a rischio». Forte, infine, l’appello del segretario generale al proselitismo, «perché il consenso che la Fiom ottiene quando si votano le Rsu deve tradursi anche in nuove iscrizioni».