Caffaro, anche la politica deve fare la sua parte

«Attendiamo gli sviluppi del vertice di oggi tra Procura e Prefetto e dell’incontro di domani tra i magistrati e l’azienda. Se non ci saranno novità che consentano una ripresa in tempi strettissimi della produzione, bisognerà mettere in campo tutte le iniziative capaci di richiamare sull’emergenza Caffaro la massima attenzione della politica e delle istituzioni, dai livelli locali fino a quello nazionale». Il segretario della Filcem-Cgil di Udine Roberto Di Lenardo commenta così l’evolversi della vicenda Caffaro. «L’ansia dei lavoratori e del sindacato – dichiara – cresce col passare delle ore. È evidente infatti che il fattore tempo gioca un ruolo decisivo. Spetta all’azienda fornire agli inquirenti le garanzie sugli investimenti ambientali, fermo restando però che interventi di questa portata non sono realizzabili senza un sostegno pubblico. Anche la politica quindi deve fare la sua parte: non soltanto per garantire un futuro ai 270 dipendenti dell’azienda e alle centinaia di lavoratori dell’indotto, ma anche in difesa dell’ambiente. Se si fermerà la Caffaro , infatti, l’avvio delle bonifiche rischia di essere rimandato “sine die”».