“No al trasloco a Trento”. Stato di agitazione a Insiel Mercato

Sono
in stato di agitazione i lavoratori di Insiel Mercato, la ex
controllata della Regione successivamente privatizzata e ceduta nel al
gruppo Gpi Spa. La decisione, assunta al termine dell’assemblea di
mercoledì 29 agosto, è stata presa in risposta al progressivo
trasferimento a Trento, annunciato a fine luglio dai vertici del gruppo,
delle attività di Insiel mercato.
Il
provvedimento riguarderà, entro il 2018, 21 dei 100 lavoratori
impegnati nelle due sedi di Trieste e Udine, dopo che nel 2017, al
momento dell’acquisizione, Gpi aveva garantito il mantenimento delle
sedi e dei posti di lavoro. Da qui la protesta dei lavoratori e di
Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil, le cui Rsu, in una nota unitaria,
parlano di «trasferimenti pretestuosi, esclusivamente finalizzati alla
riduzione del personale e all’abbassamento degli stipendi attraverso un
ricatto occupazionale posto ai dipendenti».
Ad aggravare la scelta, per
le Rsu, anche il fatto che «tra i 21 dipendenti coinvolti ci siano
categorie protette, genitori single con figli a carico, fruitori di
permessi legge 104/92 per familiari disabili, cosa inaccettabile da
parte di un’azienda che si pregia di detenere il certificato di Family
Audit, conseguito dalle imprese promotrici della conciliazioni dei tempi
vita-lavoro e della qualità dell’esistenza delle persone».
«Con
provvedimenti di questo tipo – rincarano le Rsu – viene meno la
responsabilità sociale di un’azienda nei confronti dei lavoratori e del
loro territorio, responsabilità da cui nessuna impresa dovrebbe
prescindere, ma in particolare quelle che hanno nella pubblica
amministrazione il principale committente. Sarà nostra cura portare
all’attenzione della Regione Friuli-Venezia Giulia, della Provincia
autonoma di Trento e delle altre regioni in cui opera Gpi tale
inaccettabile comportamento, che danneggia il tessuto economico e
sociale del Fvg, la prima regione coinvolta dalla riorganizzazione, dove
Insiel Mercato ha ottenuto importanti commesse dalla Regione, affidate
anche con l’intento di sostenere l’occupazione locale.