Migranti, un trasferimento senza logica e senza umanità

Il trasferimento di massa di ben 2.000 migranti accolti nella nostra
regione era una misura che aveva suscitato da subito le nostre forti
perplessità, rafforzate dalle dure e motivate critiche
immediatamente espresse dalle cooperative sociali aderenti a
Legacoop, sulle quali non interveniamo per non entrare nel dibattito
interno apertosi in quell’associazione.
Per
esprimerci attendevamo chiarimenti più stringenti e meno generici
dai Prefetti, con i quali siamo abituati a confrontarci nel massimo
rispetto del loro ruolo istituzionale. Dobbiamo però constatare, tre
giorni dopo l’annuncio della misura, che questa non è stata
spiegata, né dal ministro dell’Interno né dai suoi rappresentanti
in regione, con considerazioni e obiettivi documentati. Siamo fermi
infatti a un generico disegno di redistribuzione della presenza dei
migranti sul territorio nazionale, per ridurne l’impatto di fronte
a un atteso incremento dei flussi di profughi provenienti dalla
cosiddetta rotta balcanica.
E’
una motivazione insufficiente, perché, come è stato giustamente
osservato da altri, qui si tratta di persone e non di cose.
Spiegazioni e argomentazioni strettamente numeriche non bastano, se
non accompagnate da considerazioni e linee d’intervento che tengano
conto delle situazioni individuali, degli ambiti dove sono collocati
le persone coinvolte dal trasferimento, dei percorsi di accoglienza,
di integrazione e di accompagnamento socio-sanitario che queste
persone intraprendono per superare le situazioni traumatiche e
drammatiche dalle quali provengono e per offrire loro una giusta
opportunità di vita, di lavoro e di inserimento nelle comunità che
li hanno accolti. Ad oggi non vediamo nessuna strategia di questo
tipo, ma soltanto una misura di carattere propagandistico e di fatto
praticata sulla pelle di persone.
Numerose,
in questi giorni, sono le denunce che abbiamo raccolto da
associazioni e lavoratori – iscritti e non – e operatori
quotidianamente attivi sul fronte dell’accoglienza e
dell’integrazione: non soltanto onlus, cooperative, attivisti, ma
anche tanti operatori socio sanitari letteralmente sconvolti di
fronte all’impatto di questa scelta, che purtroppo, pur assunta a
livello nazionale, è difficile non mettere in relazione con le
ripetute prese di posizione della nostra Giunta regionale sulla
necessità di contrastare i flussi migratori anche con il ricorso a
strumenti anacronistici e inaccettabili come i muri da alzare lungo
il confine italo-sloveno. Ecco perché chiediamo non soltanto alla
Giunta, ma anche a tutti gli esponenti della maggioranza regionale un
esame di coscienza e una riflessione profonda su quanto sta
accadendo. In gioco non c’è soltanto l’immagine del nostro
Paese, il suo livello di civiltà, ma anche quella della nostra
regione.
Esprimiamo nel contempo la nostra vicinanza e il nostro sostegno a
tutti coloro che si stanno impegnando per denunciare e contrastare
una misura senza umanità e senza logica, del tutto contraria alla
nostra cultura di solidarietà e al nostro ancora recente passato di
migranti.
Le segreterie regionali Cgil Fvg e Fp Cgil Fvg