Sicurezza sul lavoro, Regione in ritardo
Infortuni tragici come quello che si è verificato in Sardegna scatenano sempre un’ondata di indignazione e una rinnovata attenzione al tema della sicurezza sul lavoro. Una reazione che anche questa volta, temiamo, sarà a tempo determinato.
Nonostante di lavoro si continui quotidianamente a morire e aumentino in modo impressionante – nel totale disinteresse dei media – le patologie professionali, il Governo sta portando avanti il suo progetto di revisione del nuovo Testo Unico sulla sicurezza. Neppure per la nostra amministrazione regionale la sicurezza sul lavoro sembra essere una priorità. Paradossale, a unanime giudizio dei sindacati, il fatto che Giunta e maggioranza abbiano trovato i fondi per istituire le ronde, previste dalla legge Seganti, ma non quelli per rafforzare gli organici dei servizi di medicina del lavoro delle Asl: con le risorse impiegate si sarebbero potuti assumere almeno una decina di operatori. Incomprensibile poi il fatto che la direzione alla Salute, tra i tanti interventi possibili in materia di sicurezza, abbia dato priorità a un monitoraggio sull’utilizzo di alcol da parte dei lavoratori. Problema che certamente esiste, ma costituisce una concausa molto limitata di incidenti.
Lo stesso “Libro verde” dell’assessore Kosic non dedica sufficiente attenzione alla sicurezza sul lavoro, come evidenziato nella piattaforma unitaria che Cgil Cisl e Uil hanno illustrato nei giorni scorsi e che formula proposte concrete anche sul versante della sicurezza.
Quanto agli imprenditori, è ora che incomincino ad affrontare con maggiore senso di responsabilità il problema della sicurezza: qualche dubbio lo nutriamo dopo aver letto ciò che l’onorevole Massimo Calearo, già presidente di Federmeccanica, ha dichiarato in una recente intervista: «Ai lavoratori – ha detto – interessa intascare lo stipendio alla fine del mese e non altro». Sono parole che dimostrano quanta strada ci sia ancora da fare per affermare nel nostro Paese una vera cultura del lavoro e della responsabilità sociale delle imprese. Crediamo che su questi temi sia urgente una discussione approfondita anche a livello regionale tra sindacati e organizzazioni imprenditoriali.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg