Regione e sanità: priorità di assunzione ai lavoratori Safilo

L’assessore regionale all’Industria attacca pesantemente la Safilo per la politica di delocalizzazione che ha scaricato sul Friuli i problemi del gruppo. Fin qui non possiamo che condividere le sue dichiarazioni: l’azienda ha grandissime responsabilità e non ha voluto discutere seriamente di soluzioni diverse dal taglio occupazionale che, va ricordato, riguarda soprattutto donne.
La scorciatoia per risolvere scelte imprenditoriali sbagliate è sempre la stessa: abbattere il costo del lavoro, senza preoccuparsi delle conseguenze sociali. Ma ci sono precise responsabilità anche da parte del Governo e della stessa Regione. Gli impegni assunti dal ministro Scajola e dal Presidente Tondo, infatti, non hanno avuto alcun seguito. La cordata di imprenditori preannunciata dall’assessore – se mai c’è stata – si è rapidamente dissolta. L’amministrazione regionale, inoltre, non ha espresso una sola idea per affrontare la crisi: in campo è rimasto il solo il sindacato, con gli ammortizzatori sociali come unica arma per affrontare l’emergenza.
Alla Regione il compito di allargare lo spettro degli interventi, di fronte a una situazione eccezionale come questa. Per quanto ci riguarda, avanziamo due proposte. La prima è di verificare quanti dei 240 posti previsti dal piano di assunzioni preannunciato dall’assessore al Personale, al netto delle necessarie stabilizzazioni, siano utilizzabili per il ricollocamento dei dipendenti Safilo. Discorso analogo per le future assunzioni di operatori socio sanitari. In entrambi i casi, naturalmente, andranno predisposti i necessari percorsi formativi. Altre ipotesi d’intervento potranno essere discusse con l’amministrazione regionale, dalla quale attendiamo proposte e risposte più concrete di quelle viste finora.
Franco Belci, segretario generale Cgil FVG