Fvg isolato, l’allarme della Filt-Cgil: “Regione debole, facciamoci sentire col Governo”

«La situazione di isolamento del Friuli Venezia Giulia rispetto alle
principali direttive del trasporto aereo e ferroviario nazionale non
può essere considerata solo un fatto contingente. Gli effetti
dell’emergenza Covid-19, infatti, amplificano una condizione che è
strutturalmente periferica sia in termini di quantità che di qualità
dei collegamenti». A dichiararlo è Valentino Lorelli, segretario
regionale della Filt, il sindacato Cgil dei trasporti, che rivendica
l’esigenza di «un ruolo più autorevole non solo della Giunta, ma
di tutte le forze politiche e della comunità regionale nel suo
complesso sia nei confronti del Governo che di Alitalia e
Trenitalia».
Dietro all’appello
della Filt non soltanto la preoccupazione «per un isolamento che
penalizza 1,2 milioni di cittadini e le imprese di questa regione»,
ma anche l’impatto dell’attuale situazioni sul lavoro e sul
reddito di chi opera dei due comparti e nel loro indotto. «Nel
trasporto aereo – spiega Lorelli – sono in cassa integrazione un
centinaio di addetti dell’aeroporto di Ronchi, peraltro in virtù
di un accordo sulla cassa in deroga, firmato dalla Cisl, che esclude
i lavoratori dalle integrazioni al reddito previste dagli accordi
bilaterali e pertanto con penalizzazioni che possono arrivare fino al
50% della busta paga. Per quanto riguarda invece Trenitalia, il
taglio di quattro coppie di frecce quotidiane sta determinando, oltre
al ricorso alla cassa integrazione per il personale viaggiante, anche
pesanti penalizzazioni per i lavoratori dei servizi in appalto, dalle
pulizie alla ristorazione».
Il ritorno alla
normalità nei collegamenti quotidiani con Roma e con Milano,
pertanto, rappresenta una priorità assoluta. «Ha ragione chi
sostiene – spiega Lorelli – che un’azienda come Alitalia,
giustamente sostenuta dal Governo con il denaro di tutti i cittadini,
non possa permettersi di escludere un’intera regione dai
collegamenti con la capitale e con Milano. Così come Trenitalia non
può prorogare sine die un regime a scartamento ridotto come quello
attuale, con quattro coppie di Frecce soppresse ogni giorno nei
collegamenti verso Milano e Roma. Oggi come oggi, c’è un solo
treno al giorno da Trieste e uno da Udine che copre le due tratte
senza cambio a Mestre, ed è francamente una situazione
inaccettabile, tanto più con una situazione di partenza già
penalizzante come quella del Fvg, segnata dai lunghi tempi di
percorrenza necessari per superare il nodo di Mestre».
La motivazione della
scarsa domanda, addotta tanto da Alitalia che da Trenitalia, non può
giustificare tagli così drastici: «Sul fronte dei treni regionali
-spiega ancora Lorelli – i livelli di traffico passeggeri sono
già saliti dal 10% medio del lockdown all’attuale 60%, calcolato
sui volumi del 2019. Certo c’è un calo sensibile, ma è anche la
dimostrazione che laddove si investe sulla ripresa del servizio ci
sono le condizioni per una sensibile ripresa del traffico passeggeri.
Ecco perché chiediamo che anche sul versante dei collegamenti
nazionali ferroviari e aerei si investa per accelerare il ritorno
alla normalità, come è stato fatto con il trasporto pubblico
regionale su ferro e su gomma, limitando i contraccolpi
dell’emergenza su lavoratori e cittadini».