Sindacati mobilitati contro l’asta Iris
«La vendita dei settori elettricità e gas di Iris è una scelta sbagliata, perché penalizza gravemente il territorio». A sostenerlo sono le segreterie provinciali Cgil, Cisl e Uil di Gorizia assieme ai rispettivi sindacati di categoria (Filcem Cgil, Flai e Femca Cisl, Uilcem Uil), che hanno annunciato l’avvio della mobilitazione contro la scelta di procedere alla messa all’asta dell’azienda, confermata dalla recente indicazione dell’advisor. Già deciso un pacchetto di 12 ore di sciopero, che scatteranno immediatamente se dall’azienda non arriveranno precise garanzie a tutela dei lavoratori e dei cittadini-utenti.
In vista dell’appalto i sindacati chiedono chiare garanzie sul mantenimento e sulla piena applicazione dei contratti nazionali di riferimento (elettricità e gas-acqua) e dei contratti aziendali, la conferma degli attuali livelli occupazionali e precise indicazioni sui livelli quantitativi e qualitativi dei servizi da fornire. Tutto questo confermando il giudizio fortemente negativo sulla messa all’asta dell’azienda: «Vendere i gioielli di famiglia per mere ragioni di cassa – spiegano in una nota unitaria Cgil, Cisl e Uil – significa lasciare in mano di altri leve importanti per determinare la crescita economica e sociale del territorio. Evidente che chi comprerà, specialmente se fosse un soggetto senza alcun legame con la realtà locale, agirà con l’esclusivo obiettivo del massimo profitto, senza alcun interesse per le esigenze della popolazione e dei lavoratori».
Tra i bersagli delle critiche anche l’amministrazione regionale: «I sindacati – si legge ancora nella nostra – sostengono da lungo tempo la necessità di lavorare alla costruzione di una unica multiutility regionale, con la partecipazione di tutte le aziende presenti in regione. A sostegno di questo progetto da tempo abbiamo più volte sollecitato il presidente Tondo a convocare un tavolo con tutti i soggetti interessati, sindacati compresi. Ma dalla Giunta non è arrivato alcun segnale, a dimostrazione di un chiaro vuoto di interesse per il futuro di un settore così importante».