Appalti e sicurezza, Cgil-Cisl-Uil si rivolgono a Tondo
«Giusto dare priorità al sostegno del reddito di chi è in difficoltà, ma tra le politiche anticrisi rientra a pieno titolo anche l’esigenza di tutelare i lavoratori più esposti alla precarietà e al rischio infortuni». Lo sostengono le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, che con Giuliana Pigozzo, Fernando Della Ricca e Maurizio Cappellin tornano alla carica sulla questione appalti pubblici.
Dietro l’appello dei sindacati, rivolto direttamente al governatore Renzo Tondo, il mancato recepimento, da parte del Consiglio, delle proposte di modifica avanzate da Cgil, Cisl e Uil al disegno di legge 64. «Una migliore disciplina degli appalti – sostengono Pigozzo, Della Ricca e Cappellin – rientra a pieno titolo tra le politiche anticrisi, se le norme approvate vanno nella direzione di tutelare le retribuzioni e la protezione infortunistica. Questo, tra l’altro, avrebbe ricadute positive anche sul versante sanitario, se si considerano i costi pesantissimi della mancata prevenzione».
Tre, in sintesi, le richieste di emendamento presentate dai sindacati: l’applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa in luogo delle gare al massimo ribasso; l’introduzione di criteri più severi per l’accesso alle attività imprenditoriali nel settore edile (oggi basta l’iscrizione alla Camera di Commercio); l’introduzione della responsabilità solidale dell’ente appaltante, non solo in caso di irregolarità dei rapporti di lavoro ma anche in caso di danno alla salute del lavoratore dell’impresa appaltatrice o subappaltatrice; introduzione di incentivi per le imprese virtuose, in regola con l’applicazione dei contratti e delle norme sulla sicurezza. «Obiettivi – affermano Cgil, Cisl e Uil – già condivisi da una pluralità di soggetti, tra i quali i vertici regionali dell’Associazione nazionale costruttori (Ance), nell’intento di contrastare il lavoro irregolare e per migliorare la sicurezza».