Polizia, emergenza organici
Organici sottodimensionati, insufficienza di mezzi e risorse operative, aumenti contrattuali troppo bassi. Queste le cause del «malessere» delle forze di polizia, pronte a scendere in piazza anche in Friuli Venezia Giulia per contestare le politiche del Governo in materia di sicurezza. A livello locale la protesta dovrebbe avere luogo il 6 ottobre, mentre la settimana successiva è prevista una manifestazione nazionale.
«Le iniziative di protesta coinvolgeranno Siulp, Sap, Siap-Anfp, Silp-Cgil, Ugl-Polizia e Coisp-Up-Fps-Adp-Pnfi-Mps», spiega il segretario regionale del Silp-Cgil Franco Grando, alla vigilia della visita in regione del ministro Maroni e del capo della polizia Antonio Manganelli, che domani saranno a Trieste per celebrare la festa di San Michele Arcangelo, patrono della Polizia di Stato. « Sicurezza e ordine pubblico – dichiara Grando – non possono essere soltanto slogan: se per il Governo rappresentano veramente delle priorità, è ora di dimostrarlo con i fatti, destinando su questo versante risorse certe e non finanziamenti ipotetici, legati alle entrate dello scudo fiscale e alla confisca dei beni della criminalità organizzata».
Nell’occasione Grando ribadisce anche le pesanti critiche dei sindacati di polizia alla legge sulla sicurezza approvata in Friuli Venezia Giulia: «Invece di destinare fondi al finanziamento delle ronde, si sarebbe potuto intervenire per sostenere l’operato delle forze dell’ordine, che hanno il compito istituzionale di garantire la sicurezza del cittadino. Evidentemente si tratta di operazioni di facciata, che rischiano di aggravare i problemi invece di aiutare a risolverli, specie in una regione dove l’ordine pubblico non rappresenta certo un allarme».
Pesanti critiche anche alla Provincia di Pordenone, che ha scelto di chiedere l’intervento dell’esercito per il pattugliamento del territorio: «Una decisione propagandistica e senza nessuna utilità pratica», dichiara Grando, che denuncia inoltre «croniche carenze di organico e di mezzi operativi» in tutte le province. Di particolare gravità la situazione di Gorizia, dove la definizione degli organici non tiene conto della presenza del Cie di Gradisca: «Il presidio dei militari – spiega Grando – garantisce soltanto il controllo esterno della struttura e non la sua sicurezza interna».