Comparto unico, l’Anci prende in giro i lavoratori
L’Anci sta facendo il gioco delle tre carte e prende in giro sindacati e dipendenti. Fa finta di proporre per il contratto del comparto l’aumento previsto dal contratto nazionale Regioni ed Enti locali e contemporaneamente si smentisce.
L’aumento previsto dal Ccnl è basato su regole precise: si ricava sulla base del calcolo dell’inflazione programmata nel biennio di riferimento. Il calcolo avviene sui livelli tabellari consolidati dalla contrattazione pregressa e ammonta, da Torino a Palermo, al 3,2%. L’Anci propone invece il 2,7% su un contratto scaduto da due anni per i gravi ritardi ascrivibili esclusivamente alle controparti datoriali e alla conduzione della trattativa, confusa e inconcludente, da parte del Presidente dell’Areran.
Se ci fosse stata una contrattazione seria e tempestiva non ci saremmo sottratti a una discussione su proposte che mirassero a rendere più incisiva l’azione della pubblica amministrazione e che non ci sono mai state fatte.
L’obiettivo dell’Anci è evidentemente soltanto quello di lucrare sul potere d’acquisto delle retribuzioni dei dipendenti. Sulla base di questi presupposti sarà difficile trovare l’accordo. Nonostante ciò ribadiamo all’ Anci e alla Regione la nostra disponibilità a misurarci da subito sui temi della riforma, purché si tratti di una discussione seria, e non fatta attraverso i giornali, e purché si rinunci ad assumere iniziative legislative su materie contrattuali. Chiederemo perciò al Direttivo dell’ Anci e all’ assessore al Personale due incontri su questi temi prima di assumere iniziative di protesta.
Franco Belci, Renato Pizzolitto, Luca Visentini (segreterie regionali Cgil, Cisl, Uil)
Alessandro Baldassi, Piero Motta, Maurizio Burlo (segreterie regionali Fp- Cgil, Fps-Cisl, Fpl-Uil)