Fiom Fvg a congresso: senza investimenti nessuna ripresa

«La crisi non passa da sola: questa è solo una favola raccontata da Governo e Confindustria. Senza una politica per la ripresa e senza investimenti da parte delle imprese, il Paese va verso decine di migliaia di licenziamenti». Lo ha dichiarato Giorgio Cremaschi, della segreteria nazionale Fiom, nel suo intervento al congresso regionale dei metalmeccanici Cgil, tenutosi oggi a Tricesimo. «Ma l’idea del Governo e di Confindustria – ha aggiunto Cremaschi – è quella di scaricare la crisi sui lavoratori, colpendo un’altra volta i salari. A testimoniarlo il disegno di legge 1167-B, che con l’arbitrato non mette in discussione solo l’articolo 18, ma l’intero sistema delle tutele dei lavoratori. Un attacco partito con la riforma del sistema contrattuale, firmata da Cisl e Uil e respinta dalla Cgil». Critiche anche nei confronti del presidente regionale di Confindustria Alessandro Calligaris: «Ha detto che i lavoratori italiani devono adattarsi a fare i lavori più umili, come fanno gli immigrati. Ma il problema è esattamente l’opposto, e cioè che agli immigrati vanno riconosciuti gli stessi diritti dei lavoratori italiani, cosa che purtroppo non è sempre scontata».
Potenziamento ed estensione degli ammortizzatori in deroga. Lotta al precariato. Difesa del contratto nazionale, estensione della contrattazione integrativa e una nuova politica fiscale per aumentare i redditi reali dei lavoratori e rilanciare i consumi. Queste, per la Fiom , le ricette per uscire da una crisi che nel settore metalmeccanico continua a essere durissima: un centinaio in regione le aziende toccate dalla cassa integrazione, diverse migliaia quelli che hanno già perso il posto dall’inizio della crisi, tra licenziamenti e contratti a termine non confermati.
Un bilancio che rischia di aggravarsi ulteriormente, visti i livelli altissimi raggiunti dalla cassa integrazione straordinaria, che nelle aziende del settore meccanico sfiora in regione il milione di ore autorizzate ogni mese e riguarda attualmente oltre 50 aziende, molte delle quali già vicine al tetto massimo di ricorso alla Cigs. A lanciare l’allarme è Gianpaolo Roccasalva, confermato alla guida della Fiom Friuli Venezia Giulia, che con i suoi 8.800 iscritti rappresenta la principale categoria del settore privato in regione.
Oltre a quella di Roccasalva, la tornata congressuale ha visto le conferma di tutti i segretari comprensoriali uscenti: Stefano Borini a Trieste, Tomas Casotto a Gorizia, Maurizio Balzarini a Udine, Giampaolo Roccasalva in Alto Friuli e Bruno Bazzo a Pordenone. Si completa così un percorso congressuale fatto di 268 assemblee nei posti di lavoro, alle quali hanno partecipato oltre 5.000 iscritti, chiamati a votare sulle due mozioni approvate dal direttivo nazionale. Contrariamente alla tendenza prevalente nella gran parte delle altre categorie, la maggioranza delle preferenze è stata accordata alla mozione “ La Cgil che vogliamo”, sottoscritta tra gli altri dal segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini e da buona parte della segreteria nazionale. Un confronto, quello tra le due mozioni, che secondo Cremaschi non si chiuderà col congresso: «Le questioni legate alla crisi, alle politiche del Governo e agli atteggiamenti di Cisl e Uil – ha dichiarato l’esponente della Fiom nazionale – richiedono una coerenza tra comportamenti e giudizi che non sempre si riscontra nelle scelte della Cgil».