Belci, un tavolo regionale per la gestione della crisi
«La crisi finanziaria che sta colpendo i mercati mondiali avrà inevitabili ripercussioni sull’economia reale e quindi sull’occupazione, anche nella nostra regione. Crediamo pertanto che sarà opportuno attivare in tempi brevi un tavolo di crisi tra Giunta e parti sociali». E’ la proposta lanciata dal segretario regionale della Cgil Franco Belci, nel corso del direttivo in corso di svolgimento nel salone della Camera del lavoro di Udine. «Non siamo in grado né di quantificare gli effetti della crisi né di dire quanto durerà: sappiamo soltanto che non ne resteremno immuni, perchè gli effetti della tempesta finanziaria si inseriscono in un contesto economico già ai limiti della recessione, come dimostra l’aumento del 74% della cassa integrazione rispetto al 2007. Sarà bene quindi non farsi trovare impreparati, non solo a livello nazionale ma anche in sede regionale».
La crisi in atto, secondo la Cgil, conferma l’esigenza improrogabile di strumenti testi a tutelare e rafforzare il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati. «E’ quanto la Cgil sostiene da tempo – dichiara Belci – e lo confermiamo in questo momento che sta segnando la fine dell’ideologia neliberista. I dati dimostrano come la quota di prodotto interno destinata a salari e pensioni sia progressivamente scesa negli anni, mentre è aumentata la parte assorbita dai profitti. Invertire questa tendenza non risponde soltanto a un obiettivo di equità, ma anche una misura indispensabile per rilanciare i consumi».
E’ su queste basi che la Cgil respinge la proposta di riforma della contrattazione avanzata da Confindustria. «Si tratta di un’ipotesi d’accordo – spiega Belci – che sottostima l’inflazione e quindi riduce gli incrementi salariali garantiti dal contratto nazionale. In più non consente il recupero del fiscal drag e rischia di spingerci verso un sistema di gabbie salariali. Mi auguro quindi che Cisl e Uil si rifiutino di firmare, perché la proposta di Confidnustria va contro le richieste della nostra piattaforma unitaria. La Cgil, da parte sua, chiede l’allargamento del tavolo a tutte le forze impenditoriali e al Governo. Piuttosto che arrivare a un modello regolato sulle basi proposte da Confindustria, in ogni caso, meglio una situazione deregolamentata in cui valgano solo i rapporti di forza tra le parti».