Crisi, immigrazione, welfare: la Cgil chiama la Giunta

«La crisi è tutt’altro che finita. Per uscrirne questa regione deve ritrovare quello spirito di coesione e quell’unità d’intenti che caratterizzarono il dopo-terremoto. Lo stesso spirito che lavoratori e sindacati hanno dimostrato in occasione dello sciopero unitario di Udine». Questo l’appello lanciato da Franco Belci, segretario generale della Cgil Fvg, in apertura del congresso regionale della confederazione, apertosi stamane a Zugliano, nella sede del centro di accoglienza Ernesto Balducci.
LA GIUNTA Tra i presenti in sala, con i 260 delegati Cgil, il presidente della Giunta regionale Renzo Tondo, l’assessore al Lavoro Alessia Rosolen, l’europarlamentare e segretario regionale del Pd Debora Serracchiani, i parlamentari Carlo Pegorer e Alessandro Maran, il sindaco di Udine Furio Honsell, i consiglieri regionali Paolo Pupulin e Roberto Antonaz, i segretari regionali di Cisl e Uil Giovanni Fania e Luca Visentini. Al governatore Tondo Belci ha chiesto «di valorizzare il confronto con il sindacato», attraverso tavoli e strumenti di relazione permanenti «che finora sono mancati, sostituiti in qualche caso dalle buone relazioni personali». In mancanza di risposte positive su questoi versante, ha aggiunto Belci, «il conflitto sarà inevitabile».
LUCI E OMBRE Nel rapporto «a luci e ombre» tra governo regionale e sindacati, Belci ha “salvato�? il confronto sugli ammortizzatori con l’assessorato al lavoro, ma ha espresso un duro giudizio sulla gestione di sanità e welfare e in particolare sulle politiche in materia di immigrazione. Belci, in particolare, ha puntato il dito contro i criteri di residenza previsti per l’accesso al welfare, recentemente contestati dal Governo, ma già oggetto di una manifestazione di protesta indetta dai sindacati nello scorso mese di ottobre.
IMMIGRAZIONE E WELFARE «L’impugnazione della finanziaria regionale da parte del Governo – ha affermato il segretario Cgil – può essere l’occasione per una riflessione e un’inversione di tendenza rispetto a quelle logiche di esclusione e discriminazione che non fanno parte della tradizione di questa regione». A condizionare le scelte regionali, per Belci, i ricatti sulla Lega, evidenti anche nella vicenda degli ambulatori per immigrati, sulla quale la Cgil giudica «sbagliato e inaccettabile» il compromesso raggiunto all’interno della Giunta.
COMPARTO UNICO Tra i temi che dividono Giunta e Cgil anche la vertenza del rinnovo sul comparto unico. «Le distanze non sono incolmabili – ha detto Belci – ma quello 0,2% che ci separa non è solo un limite quantitativo. È anche una questione di regole: i lavoratori, il cui contratto è scaduto da due anni, si limitano a chiedere quella stessa percentuale d’incremento del 3,2% che è stata applicata al rinnovo del contratto nazionale degli enti locali».
LA CRISI Sostenere i processi di aggregazione tra le imprese, incentivare gli investimenti in innovazione e ricerca, sbloccare le opere cantierabili, risolvere le grandi questioni ambientali legate a Caffaro, Ferriera di Servola, alle bonifiche, investire sulle energie rinnovabili, sostenere la crescita delle grandi infrastrutture e del sistema portuale. Questi, per la Cgil, gli strumenti per uscire dalla crisi, oltre al potenziamento e all’estensione degli ammortizzatori sociali. Positivo il giudizio di Belci sulla gestione dei fondi per l’innovazione, e in particolare sulla scelta di legame l’erogazione al mantenimento dei siti produttivi in regione. Critiche invece sulla gestione delle finanziarie regionali: «Su Friulia e Mediocredito serve un indirizzo preciso e una regia comune che finora sono mancati».
CONFINDUSTRIA Belci ha poi criticato il presidente regionale di Confindustria Alessandro Calligaris: «È grave affermare che finiti gli ammortizzatori scatteranno i licenziamenti. Bisogna invece ragionare insieme sugli strumenti per gestire il sopo-crisi: non solo innovazione e ricerca, ma anche formazione e ricollocamento. Lo si può fare recependo a livello regionale i contenuti le intese provinciali stipulate a Pordenone e Udine».

La relazione di Franco Belci