Misure anticrisi, accelerare sui tavoli di settore
«Dal confronto con la Giunta emerge una visione condivisa: la consapevolezza che la crisi non è finita e che l’impatto sull’occupazione è destinato ad aggravarsi. Altrettanto condivisa è la necessità di sostenere con forza le debole prospettive di ripresa del nostro sistema economico: su questo versante bisogna dare carattere strutturale a criteri d’intervento che leghino gli incentivi regionali e l’intervento di Friulia a precise garanzie sull’occupazione». Il segretario regionale della Cgil Franco Belci commenta così l’esito del tavolo di martedì tra l’esecutivo regionale e le parti sociali: «Un incontro – commenta – dal quale è emersa un’analisi comune: si tratta ora di stringere i tempi del confronto e di concentrarsi sulle misure concrete da mettere in campo».
Il primo passo, per la Cgil, deve essere quello di aprire i tavoli specifici. «Tavoli – dichiara ancora Belci – che vanno definiti e calendarizzati in tempi brevi». Tra le priorità da affrontare, oltre alla conferma e al potenziamento delle misure a sostegno degli ammortizzatori sociali e dell’occupazione, il tema della fiscalità di vantaggio. «Sul quale– spiega il segretario regionale – non possiamo attendere i tempi del federalismo fiscale il problema è reale e immediato. Si pensi al caso di Trieste: i ritardi sulle bonifiche e il gap fiscale rispetto alla Slovenia rischiano di provocare un vero e proprio esodo di imprese oltreconfine».
Le altre priorità indicate da Belci sono l’approvazione della legge sugli appalti e il potenziamento delle infrastrutture: «La crisi deve essere l’occasione per uno sforzo straordinario sulle grandi opere, fondamentali non solo come volano per l’economia e l’occupazione, ma anche per sostenere le prospettive di sviluppo e la competitività delle nostre imprese. Oltre agli interventi sulla rete viaria assume un’importanza fondamentale l’integrazione della rete portuale: una partita decisiva, nella quale la Regione deve giocare un ruolo di primo piano, cosa che fino a questo momento non sembra stia facendo . Il dibattito sul progetto Unicredit, ad esempio, è fermo agli assetti della futura società, ma sui contenuti si presenta ancora come una scatola vuota».