12 giugno, a Roma contro la manovra
Tutto sulle nostre spalle. Con questo slogan la Cgil scenderà in piazza a Roma il 12 giugno per contrastare la manovra e per difendere i diritti dei lavoratori dai continui attacchi del Governo, rappresentati dal ddl lavoro e dal progetto di riforma dello Statuto dei Lavoratori, annunciato dal ministro del Lavoro Sacconi.
Per chiedere sostanziali modifiche alla manovra tutto il mondo del lavoro pubblico, colpito dai provvedimenti finanziari, parteciperà al corteo che dalle ore 14 di sabato 12 giugno, sfilerà a Roma da Piazza della Repubblica a Piazza del Popolo. Per scuola, università e ricerca, si prospettano ulteriori tagli che si aggiungeranno a quelli già programmati. In questo modo, denucnia la Flc-Cgil, diventa difficile anche la sola gestione ordinaria di scuole e università, mentre la ricerca pubblica sta per essere smembrata, disarticolata, con la liquidazione delle nostre migliori intelligenze. «Anziché investire in conoscenza, programmare lo sviluppo, si penalizzano i settori che in tutti gli altri paesi sono il cuore delle politiche per uscire dalla crisi», ha dichiarato Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc.
Situazione complessa anche per le Pubbliche amministrazioni. «Si approfitta della manovra – commenta la Fp-Cgil – per portare un ulteriore attacco alle condizioni di lavoro dei dipendenti pubblici». I punti critici per i lavoratori del pubblico impiego sono rappresentati, oltre che dal blocco dei contratti fino al 2013, dal congelamento del turn over fino al 2015, dal licenziamento del 50% del personale a tempo determinato e dal rinvio dei pensionamenti di oltre sei mesi. La manifestazione del 12 sarà preceduta da un’iniziativa in difesa della Costituzione, in programma a Milano il 2 giugno, organizzata dalla Cgil insieme ad Arci, Libera, Anpi e altre importanti associazioni. Il corteo partirà da Porta Venezia alle 14 e terminerà a Piazza Duomo. La mobilitazione della Cgil culminerà con lo sciopero generale di fine giugno, già annunciato dal segretario generale Guglielmo Epifani.