Legno-arredamento, la crisi non è superata
Resta pesante la crisi del settore legno-arredamento, uno dei comparti chiave del manifatturiero regionale. A denunciarlo il segretario regionale della Fillea Cgil Villiam Pezzetta, alla luce dei dati sul ricorso agli ammortizzatori sociali, che si mantengono su livelli molto alti. «Nel periodo gennaio-aprile – spiega Pezzetta – la cassa integrazione nel comparto industria fa segnare un incremento del 40% rispetto ai valori già molto elevati dello scorso anno, mentre nell’artigianato i lavoratori interessati da accordi di sospensione e cassa integrazione sono un migliaio, per un totale di circa 200 aziende coinvolte».
Una crisi congiunturale durissima, la peggiore del dopoguerra, che si somma a quella strutturale che già da lunghi anni colpiva un’area chiave dell’industria mobiliera regionale come il Traingolo della Sedia. «Questo effetto combinato – spiega ancora Pezzetta – ha messo in ginocchio il settore, che sta cercando molto faticosamente ora di uscire dalla crisi, al traino delle aziende che più delle altre hanno saputo innovare i prodotti, differenziare, investire in marketing e strategie di comunicazione. La speranza è che quest’anno, dopo aver perso il 25% a livello nazionale nel biennio 2008-2009, il comparto possa chiudere da noi con una lieve crescita».
Ma i segnali che vengono dal mercato sono ancora negativi, o comunque contrastanti. Nei primi quattro mesi del 2010 l’Inps ha autorizzato 775mila ore di cassa integrazione, contro le 542mila del primo quadrimestre 2009: in termini di unità lavoro, il dato corrisponde a oltre 1.100 lavoratori fermi ogni mese, ma naturalmente il numero dei lavoratori coinvolti è molto più alto, sia pure con diverse intensità di utilizzo della cassa. Quanto agli ammortizzatori erogati attraverso l’Ebiart, da gennaio ad aprile sono stati firmati accordi di sospensione con quasi duecento aziende, per oltre un migliaio di lavoratori coinvolti.
«In un contesto simile – conclude Pezzetta – assume ancora più importanza la recente firma del contratto nazionale Federlegno, che interessa in regione circa la metà dei 20mila addetti del settore legno-arredamento. Il nuovo contratto garantisce ai lavoratori un aumento medio a regime di 121 euro, tutelando il potere d’acquisto, il ruolo della contrattazione nazionale e rafforzando anche quella integrativa. Un accordo figlio di un forte impegno unitario della categoria: pur partendo da piattaforme separate, infatti, il sindacato ha saputo trovare una sintesi unitaria. E chiudere la trattativa con un risultato migliorativo rispetto all’accordo del gennaio 2009 sulla riforma della contrattazione, non firmato dalla Cgil».