Cessione Iris, i dubbi della Cgil: “No all’ipotesi spezzatino
Il mantenimento dei livelli occupazionali e di tutte le attuali sedi operative. La conferma degli inquadramenti contrattuali e degli accordi aziendali. Il vincolo a mantenere in regione la sede legale della nuova società in cui confluiranno i settori gas ed energia di Iris. comparti settori che dovranno continuare a viaggiare affiancati, «evitando qualsiasi ipotesi di spezzatino». A chiederlo è la Filctem Cgil, con il segretario regionale Giovanni Comparone, che ribadisce la propria contrarietà alla vendita: «Siamo stati e rimaniamo contrari alla decisione della proprietà di alienare un importante patrimonio del territorio. Se verrà invece confermata la cessione a una nuova società con sede in regione, partecipata da Eni ed Acegas-Aps, noi continueremo a considerare praticabile e a sollecitare la realizzazione di un’unica grande multiutility regionale dei comparti energia e gas».
Comparone esprime anche «forti dubbi e perplessità» riguardo alle cifre della cessione: «Nel luglio 2009 – commenta – si partì da una stima di 90-100 milioni di euro, adesso si parla di cifre inferiori agli 80 milioni. Non sappiamo se questo sia il frutto di una sopravvalutazione iniziale o di una sottovalutazione finale, ma ci auguriamo che ogni singolo consigliere dei Comuni soci di Iris valuti attentamente la convenienza economica dell’operazione, che comporterà la cessione definitiva del servizio e dell’intera rete».
Ma la preoccupazione prioritaria, naturalmente, riguarda le garanzie occupazionali e contrattuali: «Appena sarà ufficializzata la vendita – prosegue Comparone – ci attiveremo assieme alle altre organizzazioni sindacali per chiedere alla proprietà, vecchia e nuova, un incontro per conoscere tutti i dettagli dell’operazione e in particolare il piano industriale di Eni e Acegas-Aps. Pronti a contrastare da subito qualsiasi ipotesi di riduzione del personale e di separazione del settore elettricità da quello gas».