Ricercatori, la Cgil contro il rettore dell’Università di Udine
«Le posizione assunte dal Senato accademico e dal rettore dell’Università di Udine nei confronti della protesta dei ricercatori, se gli atti ufficiali confermeranno quanto anticipato dalla stampa locale, porrebbero l’ateneo friulano in una posizione che non trova riscontro a livello nazionale». A lanciare l’accusa è
«Da un lato si chiede agli studenti e a tutti i lavoratori dell’università di mobilitarsi contro i tagli del Governo – hanno dichiarato Giacomini e Zilli –, dall’altro si plaude alla riforma Gelmini, che rischia di spazzare via un’intera generazione di ricercatori, le cui prospettive di carriera, allo stato attuale, sono azzerate». Per 530 ricercatori assunti a tempo indeterminato, secondo le stime della Cgil, nei due atenei regionali sono circa un altro migliaio di posizioni con contratti a rischio rinnovo.
Sotto accusa naturalmente anche i tagli del Governo, che rischiano di determinare, se i numeri della manovra verranno confermati, un taglio di circa 40 milioni di euro per le due università regionali. «Il taglio previsto sul fondo di finanziamento ordinario – ha spiegato Zilli – sarà del 20%. Nel 2011, quindi, i fondi non copriranno neppure la spesa per il personale, che oggi assorbe il 90% del fondo ordinario. Un fondo che dal 2001 non viene adeguato all’incremento dei contratti».
Forte scetticismo è stato infine espresso sull’eventuale attribuzione alla Regione di competenze primarie nella gestione del sistema universitario: «La nostra non è una contrarietà di principio, ma va sottolineato che il nuovo titolo V della Costituzione – ha spiegato Zilli – attribuisce alle regioni competenze solo sull’istruzione, non sull’alta formazione».