Epifani: indispensabile la riforma degli ammortizzatori sociali
«Questo Paese ha bisogno di una vera riforma degli ammortizzatori sociali. Non possiamo infatti ritrovarci ogni anno a discutere di rinnovo della cassa integrazione». Lo ha chiesto il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, oggi a Udine per un convegno sul 40° anniversario dello Statuto dei lavoratori. Il segretario generale della Cgil, agli ultimi giorni del suo secondo mandato alla guida della confederazione, ha anche commentato i dati sul forte incremento della Cigs: «Cifre che preoccupano – ha dichiarato – perché segnalano che per moltissime aziende la crisi è diventata strutturale».
Epifani ha commentato anche la crescita del tasso di disoccupazione, alla luce dei nuovi dati diffusi dal governatore della Banca d’Italia Mario Draghi: «I dati reali purtroppo sono questi – ha dichiarato –, come è stato riconosciuto anche dal ministro Tremonti. Dati che parlano di una disoccupazione all’11%, coincidono del resto con quelli della Cgil». L’Italia come la Francia, quindi, e peggio della Germania: «Di positivo – ha commentato Epifani – c’è che tutti, adesso, concordano sul fatto che la disoccupazione è il primo problema del Paese».
A peggiorare il quadro i possibili esuberi nel pubblico impiego, confermati dal ministro Brunetta, che ha parlato di oltre 300mila esuberi: «Quello che trovo sconcertante è che Brunetta sembri anche contento di annunciarli. Un contro infatti è dire che c’è un problema di esuberi, altro annunciarli come una cosa positiva: con questi toni, normalmente, si dovrebbero annunciare 300mila assunzioni. Quanto agli esuberi, non è affatto vero che i dipendenti pubblici sono troppi. Piuttosto c’è un problema di collocarli dove ce n’è maggiormente bisogno: nel settore dell’educazione prescolare, ad esempio, i dati ci dicono che c’è un fortissimo bisogno di personale .
Sul tema dei rapporti con Cisl e Uil, secondo Epifani «bisogna cercare di riprendere la strada dell’unità, perché di fronte alla crisi i lavoratori hanno bisogno di un sindacato unito». La strada è in salita, specie dopo l’accordo su Pomigliano, ma l’obiettivo non è impossibile: «Otto anni fa vivevamo una situazione molto simile, con le divisioni su Patto per l’Italia e articolo 18», ha commentato Epifani, ricordando l’inizio del suo primo mandato alla guida della Cgil. «Ma siamo riusciti a ricucire il filo dei rapporti unitari: l’ho ricordato pochi giorni fa allo stesso Bonanni – ha rivelato Epifani –, rievocando le decine di scioperi che abbiamo proclamato assieme in questi ultimi anni».
Ultima battuta su Fincantieri, al centro del dibattito sindacale in regione dopo le dichiarazioni dell’amministratore delegato Giuseppe Bono sull’esigenza di una maggiore produttività del lavoro: «Parole che ho letto e che mi hanno stupito. Se è vero che la crisi ha complicato le condizioni di competitività di Fincantieri, questo è un problema che si può e si deve discutere col sindacato, con l’obiettivo di difendere un gruppo che è un patrimonio del Paese ed evitando chiusure di stabilimenti. Di una questione come questa, in un Paese normale, si occuperebbe il Governo. Ma per il nostro Governo, nella cantieristica come nell’auto, la regola è quella di non occuparsi dei problemi dell’industria».