Sanità, lo sblocco delle assunzioni è una prima risposta
«Lo sblocco delle assunzioni annunciato dall’assessore alla Sanità, se verrà confermato dai fatti, sarà una prima risposta agli allarmi ripetutamente lanciati dal sindacato e dai rappresentanti delle professioni sanitarie». È quanto ha dichiarato il segretario regionale della Cgil Franco Belci in occasione degli Stati generali della sanità, convocati oggi dalla Confederazione a Trieste.
La Cgil, in ogni caso, attende che il ripristino del turnover in sanità divenga realtà. «Già a gennaio – secondo Orietta Olivo, responsabile welfare della segreteria regionale Cgil – un annuncio analogo era stato dato dall’assessore. Questo di fronte a una situazione che nel solo 2010 ha visto la mancata sostituzione, cioè la perdita, di 485 posti di lavoro».
L’emergenza personale, secondo la Cgil, è solo uno dei nodi in un quadro caratterizzato dal progressivo calo delle risorse destinate alla sanità pubblica e da una «totale assenza di confronto» tra l’assessore e le parti sociali. «L’appuntamento di oggi – ha dichiarato Belci – nasce proprio per colmare un vuoto di relazioni di cui la politica è responsabile».
Sul versante dei finanziamenti, il calo è stato di 9 milioni nel 2010, pari allo 0,4% della spesa socio sanitaria. «Ma il calo è in realtà più pesante – ha sottolineato la Olivo – perché non si è tenuto minimamente conto dell’1,5% di inflazione». Un sottofinanziamento che, secondo la Cgil, rappresenta una forma di indebolimento strisciante della sanità pubblica a vantaggio di quella privata. Da qui la richiesta di politiche e di scelte finanziarie che prevedano quantomeno il pieno recupero dell’inflazione e che spostino la spesa sanitaria verso parametri più vicini agli obiettivi nazionali di riferimento. «Obiettivi – ha ricordato la Olivo – che imporrebbero
di destinare ai servizi territoriali il 45% delle risorse complessive, il 5% alla prevenzione e il 44% agli ospedali».
Un appello all’assessore è stato lanciato anche da Gino Dorigo del sindacato pensionati Spi Cgil Friuli Venezia Giulia, che ha rivendicato l’avvio immediato del confronto sul nuovo regolamento del Fondo per l’autonomia possibile, sulla programmazione dei servizi territoriali, sul piano disabili e sul progetto di contrasto al disagio dell’area montana.