Sicurezza, i sindacati bocciano le linee programmatiche della Giunta

La programmazione sanitaria regionale per il 2009 non risponde alle richieste dei sindacati in materia di sicurezza del lavoro. A denunciarlo sono le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, che chiedono «fondi specifici e vincolati» da destinare alla sicurezza.
Sotto accusa, in particolare, il mancato potenziamento degli organici dei servizi ispettivi delle Aziende sanitarie: «Esistono obiettivi – dichiarano in una nota unitaria Giuliana Pigozzo, Maurizio Cappellin e Fernando Della Ricca – ancora disattesi da diverse aziende, nonostante siano previsti da una delibera di Giunta risalente al 2002 e siano stati ulteriormente rafforzati nel 2006». Un ritardo ingiustificabile, per Cgil-Cisl-Uil, che ribadiscono la richiesta di raddoppio degli organici contenuta nella piattaforma presentata a luglio a Tondo e ribadita in sede di confronto con l’assessorato alla Salute. «Nel 2009 – proseguono i sindacati – non possono essere semplicemente riproposti gli obiettivi già previsti per gli anni precedenti e non raggiunti. Trattandosi di interventi che dovevano essere già effettuati, la loro mancata attuazione non ha giustificazione, e di questo si dovrà tenere conto anche ai fini dell’erogazione dei premi annuali ai dirigenti delle aziende sanitarie».
Per scongiurare ulteriori ritardi, i sindacati invocano rigore e chiarezza nella destinazione delle risorse. In sostanza Cgil-Cisl-Uil chiedono di destinare alla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro una precisa percentuale del Fondo sanitario regionale: «Risorse – precisano – che dovranno avere destinazione vincolata e che dovranno essere rendicontati a parte, assieme agli introiti derivanti dall’attività sanzionatoria, che il decreto legislativo 81/2008 impone di destinare esclusivamente alla sicurezza».
Tra le altre misure richieste anche una percentuale fissa di orario, comunque non inferiore al 50%, che le strutture di prevenzione e vigilanza dovranno dedicare ad attività di ispezione, prevenzione e formazione esterne alle aziende sanitarie, lo svolgimento di corsi rivolti agli Rlst (rappresentanti territoriali per la sicurezza dei lavoratori), l’avvio di programmi di prevenzione specifici sui settori produttivi più esposti al rischio infortunistico (edilizia, cantieristica, ecc.), la realizzazione dell’Atlante delle malattie professionali, interventi specifici a tutela della sicurezza e della salute delle lavoratrici. «Tutte attività – concludono le segreterie regionali – che dovranno essere sottoposte a verifica periodica col sindacato anche a livello territoriale, per garantire che gli obiettivi fissati dalla Regione trovino corretta attuazione in ogni singola azienda sanitaria».