Sostegno alla maternità, gli assegni non bastano
Non possiamo che essere contenti se la Giunta regionale mette a disposizioni risorse a sostegno della maternità, ma la visione del tema deve essere più ampia. Innanzitutto bisognerebbe capire quanti degli aborti fatti sono da imputare a difficoltà economiche, poi agire di conseguenza, ma considerando la maternità in tutti i suoi aspetti.
Non è la voglia di maternità che manca, ma per decidere di avere un figlio non basta un sostegno al momento della nascita, seppur consistente e gradito. Serve sapere che la maternità non causerà un’estromissione dal mercato del lavoro, serve avere un lavoro il più sicuro possibile perché un figlio, alla luce dei dati su mercato del lavoro e disoccupazione, deve essere mantenuto dalla propria famiglia almeno per trent’anni.
Serve anche una rete di servizi sviluppata e con costi accessibili a tutti, che non costringa ancora oggi una donna a dover scegliere fra lavoro e maternità. L’esempio viene dalle nazioni del Nord Europa, dove il numero di donne che lavora è sicuramente più alto che nel nostro Paese, nonostante la natalità sia maggiore.
Pertanto l’azione a favore della maternità deve essere a 360 gradi: sostegno economico, lavoro e servizi. Questa la ricetta per aumentare il numero di figli che una donna può
mettere al mondo.
Orietta Olivo, segreteria regionale Cgil Fvg