Finanziaria Fvg a luci e ombre. non convince il taglio dell’Irap
Nella bozza di finanziaria approvata in Giunta ci sono alcune luci e molte ombre. Per quel che riguarda la sanità, che registrerebbe un incremento di 15 milioni, va ricordato che l’aumento effettivo del finanziamento è di 5 milioni, visto che lo scorso anno ne mancavano all’appello circa 10. Condivisibile la scelta di confermare gli stanziamenti per il Tpl, evitando rincari delle tariffe, mentre per quel che riguarda la politica della casa non troviamo traccia di finanziamenti per intervenire sugli affitti che non siano quelli sociali, scelta che l’assessore aveva dichiarato di voler fare.
A destare parecchie perplessità è la decisione di ridurre l’Irap di un punto, motivata con la volontà di «lasciare le risorse a chi produce ricchezza e non a chi la consuma». Detta così, sembra una scelta superficiale, non meditata, e volta solo a raccogliere facili consensi. Evidentemente Tondo sottovaluta il fatto, segnalato da tutti gli economisti, che esiste un problema serio di rilancio di consumi interni che non riguarda le fasce abbienti e i generi di lusso, ma quelle più deboli e i generi di prima necessità, aggravato dall’innalzamento di un punto dell’Iva. Quanto alle risorse, vorremmo innanzitutto capire con precisione come gravano le minori entrate sul bilancio regionale: al di là del fatto che 77 milioni di tagli al bilancio sono imposti dalle manovre nazionali, quei fondi andranno comunque tagliati e ancora non è dato sapere dove.
In ogni caso si tratta di un beneficio che non introduce alcun elemento di selettività nei confronti delle imprese sul fronte dell’occupazione, dei processi di aggregazione e dimensionamento, degli investimenti e dell’innovazione: si rinuncia, in sostanza, a fare una vera politica industriale, mirata anche al sostegno all’occupazione e alla stabilizzazione dei contratti. A fronte di ciò vengono sottratte risorse importanti a infrastrutture e lavori pubblici, che potrebbero fungere da volano per un’edilizia in crisi, e vengono diminuiti i trasferimenti ai Comuni, rischiando di abbassare il livello dei servizi.
Non vorremmo poi che ulteriori tagli riguardassero istruzione, Università e cultura, andando in direzione contraria all’esigenza di investire sulla formazione dei giovani ed evitare la fuga dei cervelli. A nostro avviso, dunque, la manovra sull’Irap ha bisogno di profondi correttivi e di estrema chiarezza e trasparenza sui tagli che la sosterranno. Se non ci saranno gli uni e le altre, il nostro giudizio non potrà che essere negativo.