Il premier e la crisi, un insulto a lavoratori e pensionati

Secondo il Presidente del Consiglio nel nostro Paese la crisi non si sente e il livello dei consumi non è mai sceso. Si tratta di un insulto nei confronti delle migliaia di famiglie che stentano ad arrivare alla fine del mese, delle centinaia di migliaia di licenziati e cassintegrati, dei giovani senza lavoro e di quelli che si vedono tagliare, con l’istruzione, il proprio futuro, dei pensionati che vivono con 800 euro medi.
È un segnale di quanto sia lontano il premier dalla realtà del Paese e dalle difficoltà che incontra nella vita quotidiana quel 90% degli italiani che possiedono complessivamente la metà della ricchezza: evidentemente il suo punto di riferimento è esclusivamente quel 10% che ne possiede l’altra metà. Come si può sperare che possa affrontare seriamente la crisi chi esprime queste posizioni? La democrazia italiana è imperniata sulla dialettica tra maggioranza e opposizione in Parlamento: ma quando l’obiettivo della maggioranza è quello di fare i propri interessi e non di prendersi carico del bene comune, quella stessa democrazia è a rischio. Per questo la Cgil sarà a Roma il 3 dicembre a rivendicare una manovra equa ed equilibrata, che parta dalla patrimoniale e dal fisco e consenta a tutti gli italiani di riprendere in mano il proprio futuro.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg