Centrale di Monfalcone, fumata nera sugli investimenti
Nella giornata di martedì 29 novembre 2011 si è tenuto l’incontro tra i vertici di A2a, le segreterie regionali dei sindacati di categoria e la Rsu della centrale, per proseguire la discussione sugli investimenti per il piano di sviluppo del sito di Monfalcone.
Per l’ennesima volta l’azienda ci ha ripetuto la volontà, al momento si tratta ancora soltanto di questo, della volontà a presentare ai ministeri competenti entro settembre 2012 un progetto che prevedrebbe, il condizionale è d’obbligo dal momento che manca anche l’approvazione del consiglio di amministrazione, un investimento di 700 milioni di euro per la sostituzione dei gruppi 3 e 4, rispettivamente da 320 Mw e funzionanti ad olio combustibile, con un nuovo gruppo da 350-450 Mw che, con tecnologie di ultima generazione, utilizzerà il carbone che attualmente alimenta i gruppi 1 e 2 rispettivamente da 165 e 171 Mw. Ricordiamo che per i gruppi 3 e 4 è prevista la fermata definitiva per la primavera del 2013 e già da tempo sono scarsamente utilizzati.
Noi al momento ci riserviamo di esprimerci in merito a questo tipo di indirizzo, il nostro punto di partenza è e resta il protocollo d’intesa sottoscritto il 29 luglio del 2004 da Regione, Provincia, Comune ed Endesa Italia. Siamo però consapevoli che la situazione del mercato elettrico rispetto ad allora è decisamente diversa, principalmente a causa della lunga e pesante crisi economica, e pertanto gli impegni allora assunti da Endesa Italia vanno verificati alla luce della situazione attuale. Pertanto siamo disponibili, ripetiamo partendo dal protocollo, a discutere anche a fronte di nuovi e concreti progetti.
Sullo stato di avanzamento del piano investimenti abbiamo invece espresso e messo a verbale il nostro giudizio critico, proprio perché a tutt’oggi oltre i ripetuti annunci non c’è altro, e per essere più chiari non c’è ancora un progetto definito, non è stato approvato dal Cda il relativo finanziamento, non ci sono le necessarie autorizzazioni. Sono pertanto legittime le preoccupazioni, nostre e dei lavoratori, sul futuro produttivo del sito, perché è evidente che i ritardi che si stanno via via accumulando, stanno determinando un lento ed inesorabile declino, declino che invece vogliamo assolutamente scongiurare. Inoltre i ritardi rendono inevitabile il mantenimento in esercizio di un impianto più che datato e non in condizione di garantire incrementi di rendimento, la riduzione del costo del kilowattora prodotto e la riduzione delle emissioni nell’ambiente, temi questi più che caldi.
Alla luce di quanto sopra intendiamo proporre ai lavoratori, nell’assemblea che convocheremo nei prossimi giorni, il mandato ad avviare tutte le iniziative del caso per ottenere tempi certi per l’avvio della discussione sugli investimenti con l’azienda, che dovranno essere reali e concreti, e dovranno garantire:
· il mantenimento del sito produttivo e degli attuali livelli occupazionali;
· la compatibilità ambientale con il territorio;
· certezza e trasparenza dei controlli sulle emissioni.
Le segreterie regionali Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uilcem-Uil