Porto di Trieste, investire sulla sicurezza
«Tutti i lavoratori impiegati nell’Autorità portuale e nelle varie imprese del Porto di Trieste potranno devolvere una o più ore di lavoro a favore del collega recentemente scomparso, segnalandolo ai propri uffici personale». Lo scrivono le segreterie provinciali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti in un comunicato unitario che annuncia l’avvio di una raccolta di fondi a favore della famiglia di Paolo Borselli, il lavoratore dell’Autorità portuale morto sul lavoro venerdì scorso, in seguito alla caduta in mare del multetto che stava guidando. «Come sindacati siamo ovviamente disponibili a coordinare una raccolta fondi – ha dichiarato al Piccolo il segretario della Filt-Cgil Trieste Paolo Peretti (Filt-Cgil) – ma il tema principale, oltre al sostegno economico alla famiglia del collega, è tutto il discorso della sicurezza in porto. Il nostro scalo, come riconosciuto dagli stessi lavoratori, è già molto attrezzato e i protocolli esistono, ma ci sono sempre delle situazioni che non si riescono a fronteggiare in modo ottimale».
La Filt rilancia così il tema sicurezza nel comprensorio dello scalo giuliano, già al centro dello sciopero proclamato in seguito all tragico incidente di venerdì. «Il molo VII – ha aggiunto Peretti – è cresciuto tantissimo, il porto viaggia ormai verso il milione di Teu l’anno, quindi nell’intero scalo la mole di lavoro e di operazioni è in costante aumento. Poi c’è la questione degli investimenti , ad esempio il molo VII allungherà la banchina e questo interferisce con l’attività edilizia. Stesso discorso per quanto riguarda gli investimenti nel comparto ferroviari. Gestire la sicurezza, in tutto ciò, è complesso ma prioritario».