Permessi di soggiorno, urgente un confronto con i prefetti
L’apertura urgente di tavoli di confronto con le Prefetture, per verificare e monitorare le procedure di attuazione del decreto sul contributo al rilascio del permesso di soggiorno. A chiederla sono le segreterie regionali e territoriali di Cgil, Cisl e Uil, che ribadiscono la loro contrarietà alla nuova tassa sui permessi prevista dal decreto, ma esprimono anche preoccupazione sull’applicazione pratica delle nuove regole. Per protestare contro l’entrata in vigore del decreto è stato anche indetto un presidio, che si terrà venerdì 10 febbraio dalle 11 alle 12 davanti alla Prefettura di Udine.
La norma, entrata in vigore dallo scorso 30 gennaio, è stata approvata lo scorso ottobre dall’ex Governo Berlusconi nell’ambito del pacchetto sicurezza, i cui contenuti sono stati più volte censurati dalla Corte Costituzionale e dalla stessa Unione europea. Al centro delle critiche dei sindacati l’elevato importo della tassa, specie in proporzione al reddito medio degli stranieri, e il fatto che l’aumento gravi su un servizio caratterizzato da fortissimi ritardi rispetto ai tempi (20 giorni) stabiliti dalla legge. Nonostante le promesse di modifica più volte fatte da esponenti del nuovo Governo, la norma non è stata cambiata, con costi aggiuntivi che vanno dagli 80 ai 200 euro per ogni domanda di rilascio o rinnovo del permesso.
Restano inoltre aperti diversi interrogativi sulle modalità di attuazione, in particolare sulle esenzioni, interrogativi che i sindacati e i patronati intendono chiarire con gli uffici preposti, sia per fornire risposte chiare agli immigrati che chiedono assistenza nelle pratiche, sia per contribuire a garantire omogeneità di trattamento su tutto il territorio. Da qui, a fianco delle iniziative di mobilitazione contro la tassa di soggiorno, la richiesta di un confronto immediato con i Prefetti. «Questo – spiegano le segreterie regionali – con l’obiettivo primario di dare risposte certe al numero crescente di immigrati che si rivolgono alle sedi sindacali e dei patronati per chiedere aiuto e assistenza».