Immigrati, le contraddizioni della Regione
Un’immigrazione prima in Italia per il livello di integrazione sociale e per la qualità dell’apporto dei migranti nella vita economica del Friuli Venezia Giulia. Tra le prime per la percentuale di presenza straniera rispetto al totale degli abitanti, per ricongiungimenti familiari e per apporto al Pil regionale. Di fronte a questo quadro, che emerge dall’ottavo rapporto del Cnel sull’integrazione degli stranieri in Italia, suonano un po’ tartufesche le parole dell’assessore Roberto Molinaro, che promette misure a sostegno degli immigrati «solo se le normali opportunità di welfare rivolte alla generalità dei cittadini non risultino efficaci ovvero inadeguate a superare le differenze».
Infatti sono proprio quelle normali opportunità ad essere ostinatamente negate dalla Giunta regionale, succube dei diktat della Lega. Per assicurare quell’efficacia sarebbe perciò innanzitutto necessario garantire un’effettiva parità di accesso alle prestazioni, che è esattamente ciò che hanno chiesto due governi impugnando la legge di fronte alla Corte Costituzionale. Sarebbe ora che il Presidente intervenisse sulla questione, da sempre subita, e sottraesse la Regione all’immagine chiusa e xenofoba che ne fa una retroguardia culturale del Paese su questo tema. Si tratterebbe di un atto dovuto anche nell’ottica di un corretto e rispettoso rapporto con le istituzioni italiane ed europee. Oltre che di un riconoscimento altrettanto dovuto alla storia di emigrazione di questa regione e ai valori di accoglienza che continuano ad essere parte integrante della sua identità.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg