Sanità: la Fp Cgil contro la rimozione dell’esclusività: «Non è questa la strada»
La cancellazione del regime di esclusività per tutti i professionisti della sanità pubblica, prevista dal decreto bollette, non è una soluzione all’emergenza lavoro in sanità, ma soltanto propaganda. È quanto sostiene la Funzione pubblica Cgil del Friuli Venezia Giulia, con la segretaria generale Orietta Olivo, che boccia senza mezzi termini la soluzione scelta dal Governo. «Davvero – scrive in un intervento pubblicato ieri sul sito della Fp regionale (fp.cgilfvg.it) – si fatica a comprendere la soddisfazione con cui gli ordini professionali hanno accolto la notizia, e ancor più quella di alcuni sindacati, il cui ruolo è quello di tutelare i lavoratori e lavoratrici. Si pensa davvero che far lavorare di più chi è già al limite, o meglio oltre il limite, sia la soluzione all’emergenza organici? Si pensa davvero che questa possa essere un’opzione, per professionisti che operano costantemente sotto stress, con migliaia di giorni di ferie dell’anno precedente ancora da fruire, centinaia di migliaia di ore di straordinario da recuperare, migliaia di cambi turno e di richiami al lavoro nelle giornate che dovrebbero essere di riposo?».
Altre, sostiene ancora Olivo, le strade da percorrere. «Programmare meglio la formazione, rendere più attrattivo il lavoro in sanità anche attraverso adeguati incentivi e riconoscimenti economici, garantire una giusta remunerazione a chi opera in regime di esclusiva, riconoscere il lavoro nella sanità come una mansione usurante ai fini dei riconoscimenti previdenziali, riconoscere un surplus di copertura contributiva a chi ha prestato servizio durante il Covid, tutelare maggiormente la salute e sicurezza di questi operatori. Se si andrà in questa direzione, l’esodo dalla sanità pubblica si fermerà e si potrà finalmente spingere sulla leva delle assunzioni, che rappresentano l’unica vera soluzione all’emergenza personale».