Welfare, la legge regionale resta incostituzionale
«Il fatto che la legge regionale sul welfare abbia superato lo scoglio della procedura d’infrazione comunitaria non ne modifica la condizione di illegittimità costituzionale». Sono le parole del segretario regionale della Cgil Franco Belci, che giudica fuori luogo le reazioni degli esponenti della Giunta e della maggioranza regionale alla decisione della Commissione Europea: «L’entusiasmo della maggioranza, e in particolare della Lega Nord, non è giustificato: il giudizio di Bruxelles, infatti, parte da presupposti giuridici diversi e non incide in nessuna maniera sulla procedura d’impugnazione della legge davanti alla Corte Costituzionale avviata dal Governo».
L’ordinamento comunitario e quello nazionale, argomenta ancora Belci, restano distinti, così come non sono sovrapponibili, per il segretario Cgil, le eccezioni mosse alla legge. «Che resta discriminatoria – spiega – nella seconda come nella sua prima versione, già impugnata dal precedente Governo, sia pure “amico”. Ad essere tuttora penalizzati, del resto, non sono soltanto gli stranieri comunitari e non, ma perfino i cittadini provenienti da altre regioni italiane. Con evidenti discriminazioni, ad esempio, per quelli trasferiti per motivi di lavoro. A queste discriminazioni va posto rimedio. Continuiamo perciò ad essere al fianco di quei sindaci che, giustamente, continuano a considerare inapplicabile la norma regionale».