Scuola, 7.435 firme contro il dimensionamento. Ma Tondo non ascolta i sindacati
Nei mesi scorsi le segreterie regionali della Flc – Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams, in collaborazione con le rispettive segreterie provinciali e le Rsu recentemente elette nelle scuole, hanno avviato su tutto il territorio regionale una raccolta di firme a sostegno di una petizione contro il Piano di dimensionamento della rete scolastica 2012-2013, approvato nel gennaio di quest’anno dalla Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia. L’iniziativa, conclusasi agli inizi del mese di giugno, ha avuto l’adesione di 7.435 sottoscrittori.
Nella petizione si evidenziava che, nonostante la Conferenza unificata Stato-Regioni avesse indicato in tre anni (dal 2012/2013 al 2014/2015) il periodo per la realizzazione del piano, la Regione Giulia aveva concentrato l’operazione tutta nel primo anno (2012/2013), e come il Piano di dimensionamento non rispettasse neppure i criteri indicati dalla stessa Giunta regionale che aveva stabilito, di norma, in 1.200 il numero massimo di alunni degli istituti comprensivi di nuova costituzione. Il Piano approvato, infatti, determinava la cancellazione di 23 autonomie scolastiche (2 a Gorizia, 6 a Pordenone, 4 a Trieste e 11 a Udine) e prevedeva ben 10 nuovi Istituti comprensivi con un numero di alunni compreso tra i 1.300 ai 1.900, superando quindi di gran lunga l’indicazione regionale.
Le firme raccolte sono già state inviate o consegnate a varie Autorità tra cui il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, la Conferenza unificata Stato Regioni, mentre per la consegna al Presidente della Giunta, Renzo Tondo stiamo ancora attendendo una risposta alla nostra richiesta di incontro del 18 giugno scorso. L’assenza di risposta da parte del Presidente Tondo la dice lunga sull’attenzione che egli riserva sia al tema dell’istruzione, che ha un evidente e stretto legame con il futuro dei nostri giovani, sia alla volontà espressa dai 7.435 firmatari che hanno voluto esprimere un giudizio critico sull’operato della Regione, preoccupati per le condizioni in cui diversi istituti scolastici saranno costretti ad operare a partire dal prossimo anno scolastico.
Uno scenario, questo, che è stato ulteriormente peggiorato dalla “spending review” che, non consentendo le deroghe al numero minimo 600 alunni se non per le scuole di montagna e quelle con insegnamento della lingua slovena, ha incrementato da 10 a 19 il numero delle scuole sottodimensionate che il prossimo anno avranno un dirigente scolastico ed un Dsga “reggenti”.
Sarebbe auspicabile che il Presidente Tondo, pur essendo molto impegnato, potesse dedicare uno scorcio del suo tempo a questo argomento, perché la partita che si giocherà nei prossimi mesi risulterà fondamentale per gli anni scolastici futuri, incidendo sul livello di copertura della rete scolastica sul territorio regionale, in particolare di quella delle scuole secondarie di secondo grado.
Le organizzazioni sindacali del comparto scuola stanno sollecitando da tempo un più adeguato interesse per il settore da parte del sistema politico tutto e da parte delle amministrazioni, a partire da quella regionale, al fine di creare un positivo confronto tra le parti sulle problematiche esistenti, finalizzato a garantire il diritto costituzionale dei nostri giovani ad un’istruzione pubblica qualitativamente adeguata alle sfide che ci attendono in Italia e in Europa.
Per Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda Unams
Natalino Giacomini, Donato Lamorte, Ugo Previti, Giovanni Zanuttini, Massimo Vascotto
Nella petizione si evidenziava che, nonostante la Conferenza unificata Stato-Regioni avesse indicato in tre anni (dal 2012/2013 al 2014/2015) il periodo per la realizzazione del piano, la Regione Giulia aveva concentrato l’operazione tutta nel primo anno (2012/2013), e come il Piano di dimensionamento non rispettasse neppure i criteri indicati dalla stessa Giunta regionale che aveva stabilito, di norma, in 1.200 il numero massimo di alunni degli istituti comprensivi di nuova costituzione. Il Piano approvato, infatti, determinava la cancellazione di 23 autonomie scolastiche (2 a Gorizia, 6 a Pordenone, 4 a Trieste e 11 a Udine) e prevedeva ben 10 nuovi Istituti comprensivi con un numero di alunni compreso tra i 1.300 ai 1.900, superando quindi di gran lunga l’indicazione regionale.
Le firme raccolte sono già state inviate o consegnate a varie Autorità tra cui il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, la Conferenza unificata Stato Regioni, mentre per la consegna al Presidente della Giunta, Renzo Tondo stiamo ancora attendendo una risposta alla nostra richiesta di incontro del 18 giugno scorso. L’assenza di risposta da parte del Presidente Tondo la dice lunga sull’attenzione che egli riserva sia al tema dell’istruzione, che ha un evidente e stretto legame con il futuro dei nostri giovani, sia alla volontà espressa dai 7.435 firmatari che hanno voluto esprimere un giudizio critico sull’operato della Regione, preoccupati per le condizioni in cui diversi istituti scolastici saranno costretti ad operare a partire dal prossimo anno scolastico.
Uno scenario, questo, che è stato ulteriormente peggiorato dalla “spending review” che, non consentendo le deroghe al numero minimo 600 alunni se non per le scuole di montagna e quelle con insegnamento della lingua slovena, ha incrementato da 10 a 19 il numero delle scuole sottodimensionate che il prossimo anno avranno un dirigente scolastico ed un Dsga “reggenti”.
Sarebbe auspicabile che il Presidente Tondo, pur essendo molto impegnato, potesse dedicare uno scorcio del suo tempo a questo argomento, perché la partita che si giocherà nei prossimi mesi risulterà fondamentale per gli anni scolastici futuri, incidendo sul livello di copertura della rete scolastica sul territorio regionale, in particolare di quella delle scuole secondarie di secondo grado.
Le organizzazioni sindacali del comparto scuola stanno sollecitando da tempo un più adeguato interesse per il settore da parte del sistema politico tutto e da parte delle amministrazioni, a partire da quella regionale, al fine di creare un positivo confronto tra le parti sulle problematiche esistenti, finalizzato a garantire il diritto costituzionale dei nostri giovani ad un’istruzione pubblica qualitativamente adeguata alle sfide che ci attendono in Italia e in Europa.
Per Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda Unams
Natalino Giacomini, Donato Lamorte, Ugo Previti, Giovanni Zanuttini, Massimo Vascotto