Piano lavoro Fvg: presentazione con la Camusso il 12 aprile a Udine
Un grande piano di messa in sicurezza del
territorio e del patrimonio residenziale pubblico, a partire dall’edilizia scolastica.
Una riforma del modello di governance e della pubblica amministrazione
regionale, che sfrutti appieno le potenzialità del comparto unico e rafforzi le
competenze di gestione degli enti locali, lasciando alla regione solo quelle
legislative e la regia complessiva del sistema. Il riordino e la ridefinizione
degli incentivi alle imprese, che devono essere maggiormente collegati alle strategie
di innovazione, ricerca, aggregazione e internazionalizzazione. Un piano
energetico regionale che definisca in modo chiaro le scelte sulle grandi
infrastrutture e dia un forte impulso alle fonti alternative e alla green
economy. Il rafforzamento delle politiche attive per il lavoro, nell’ambito
del quale va prevista l’introduzione di un reddito d’inserimento per
disoccupati e giovani in cerca di prima occupazione, oltre a misure specifiche
per il lavoro femminile e per arginare la diffusione del precariato. L’avvio di
un sistema integrato della logistica che poggi sullo sviluppo del sistema
portuale, retroportuale e della rete ferroviaria. Un’azione di contrasto alla
crscita degli appalti al massimo ribasso e alla deregulation delle licenze e
degli orari commerciali.
LE EMERGENZE Queste, in estrema sintesi, le
proposte contenute dal Piano regionale per il lavoro, elaborato dalla Cgil e
illustrato oggi nelle sue linee guida dal segretario Franco Belci, in vista
della presentazione ufficiale del 12 aprile a Udine, alla presenza di Susanna
Camusso. «Si tratta del nostro contributo programmatico – ha spiegato Belci –
alla coalizione e alla Giunta che guideranno la Regione nei prossimi cinque
anni, e che avranno il difficile compito di traghettare il Fvg fuori dalla
crisi. Quello che auspichiamo, in ogni caso, è un mutamento di rotta rispetto a
un’impostazione, quella della Giunta Tondo, caratterizzata da una sostanzale
rinuncia della politica a un suo ruolo e a una sua strategia nelle politiche
industriali e per lo sviluppo». Ruolo invece indispensabile, ha ricordato
ancora Belci, di fronte a una crisi che ha portato al 6,8% il tasso di
disoccupazione medio nel 2012, con punte del 7,2% e di 42mila senza lavoro
nell’ultimo trimestre, e che vede il ricorso alla cassa integrazione mantenersi
anche quest’anno sugli stessi ritmi del 2012, quando le ore autorizzate sono
state 24 milioni, il 12% in più del 2011.
MODELLO RICOSTRUZIONE Tra le emergenze più
gravi da affrontare, per il segretario Cgil, quello dell’occupazione giovanile,
che anche in regione oscilla tra il 30 e il 40% nella fascia 15-24 anni. E’ alla
luce di questi dati, di un precariato che riguarda oltre un quarto della forza
lavoro e di un’area di povertà e disagio in costante espansione anche tra gli
anziani, che la Cgil chiede a tutte le forze politiche uno sforzo straordinario
per il rilancio della regione e del suo tessuto produttivo. «Uno sforzo – ha
detto Belci – che non è sbagliato paragonare a quello che fu fatto per la
ricostruzione del terremoto, e che veda un analogo coinvolgimento delle
istituzioni, regionali e locali, delle organizzazioni di rappresentanza e della
società civile. Con l’obiettivo di ridefinire le ragioni stesse della nostra
autonomia speciale, alla luce del nuovo ruolo che assume il Friuli nello
scenario europeo».
LE RISORSE Per quanto riguarda le risorse da
mettere in campo, Belci ha precisato che molte delle misure richieste sarebbero
a costo zero. «Ma è innegabile – ha detto – che sarà necessario individuare
nuove risorse. Queste possono derivare, oltre che da una più efficiente
programmazione dei fondi comunitari, anche da un rafforzamento della lotta
all’evasione, con un più attivo coinvolgimento della Regione e dei Comuni a
fianco dell’Agenzia delle Entrate, e anche da un ricorso alla leva del debito,
visti i bassi livelli di indebitamento della Regione».
COSTI DELLA POLITICA Inevitabile, infine, un
accenno allo scandalo dei rimborsi ai gruppi consiliari. «Dietro al quale – ha
detto Belci – non c’è soltanto un problema di ordine etico e giudiaziario, ma
anche il problema di un totale stravolgimento dei ruoli e delle responsabilità.
E per uscirne non c’è altra strada che quella di una radicale riforma della
politica e dei suoi costi: compresi quelli per le consulenze, il cui costo
nell’ultima legislatura regionale si aggira sui 20 milioni».