Edilizia scolastica, un degrado che suscita rabbia
Suscita rabbia l’ennesimo incidente dovuto al degrado delle sedi scolastiche.
Rabbia perché da anni denunciamo la situazione e nella manovra di assestamento
del bilancio di quest’anno avevamo chiesto alla Giunta regionale di stanziare
un milione per affrontare le emergenze: dopo l’ok del presidente se ne sono
perse le tracce.
Solo una settimana fa, presentando il piano regionale per il
lavoro, abbiamo riproposto l’edilizia scolastica come priorità da affrontare
per evitare che l’insopportabile latitanza della politica portasse a un
incidente serio. Siamo stato sfortunati profeti. I dati più puntuali si
riferiscono a due anni fa e parlano chiaro. Nella graduatoria sulla qualità
dell’edilizia scolastica delle città capoluogo, Pordenone era al 16° posto su
82, Gorizia al 34°, Udine al 61° e Trieste al 73°. Ben il 21% delle nostre
scuole è stato costruito prima del Novecento, contro una media nazionale del
6,5%, mentre quelle nuove, realizzate tra il 1990 e il 2009, sono solo il 2,4%
(7,1% in Italia). Le strutture che hanno bisogno di interventi manutentivi
urgenti rappresentano il 50,5% del totale (36,1% in Italia). Solo il 54% degli
edifici possiede il certificato di agibilità, il 61,9% quello
igienico-sanitario, il 32% quello di prevenzione incendi e il 12% quello per il
rilevamento dei fumi. Gli impianti elettrici sono a norma solo nel 69% degli
edifici scolastici. Infine, in una regione ad alto rischio solo il 10% degli
edifici è costruito con criteri antisismici. E in due anni questi dati non
possono che essere peggiorati.
Chiediamo al nuovo presidente, chiunque sia, di
far partire immediatamente un piano straordinario per la messa in sicurezza delle
sedi: non è tollerabile che al capitolo già drammatico degli incidenti sul
lavoro se ne aggiunga uno degli incidenti sullo studio.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg