Giustizia, organici in codice rosso: «Investimenti, non palliativi»

La crisi dell’amministrazione giudiziaria in Friuli Venezia Giulia è «da codice rosso». E il piano straordinario di assunzioni annunciato dal viceministro Francesco Paolo Sisto per il 2025 avrà ben pochi effetti, per le troppe criticità che con l’andare degli anni hanno reso sempre meno attrattivo il lavoro nelle pubbliche amministrazioni, in primis per le nuove generazioni: stipendi bassi, troppi anni di mancato turnover, con grave peggioramento delle condizioni di lavoro difficilissime, prospettive di carriera scarse, rischio molto alto di trasferimenti in sedi molto distanti dalla residenza, non per ultimo, disaffezione soprattutto per le generazioni più giovani al posto di lavoro fisso. A tracciare il quadro è Mauro Cenci, responsabile funzioni centrali della Funzione Pubblica Cgil del Friuli Venezia Giulia, scettico sulle dichiarazioni rilasciate da Sisto in occasione della sua recente visita in regione. 

SITUAZIONE DRAMMATICA «Il viceministro, dopo aver definito “notevole” il problema degli organici, che è invece drammatico, dal momento che le carenze medie di personale amministrativo nei tribunali della regione superano il 40% dei posti necessari, ha detto che il Governo colmerà tutte le carenze di organico entro il 2025, grazie al varo del più importante piano di assunzioni degli ultimi 30 anni», dichiara Cenci. «In attesa di capire da quali e quante risorse verrà supportato questo piano – prosegue il sindacalista – le prospettive disegnate da Sisto appaiono molto distanti dalla complessità dei problemi da affrontare. Il ben poco lungimirante blocco delle assunzioni praticato per almeno 10 anni ha portato a un letterale svuotamento degli uffici, al depauperamento delle competenze e a un costante innalzamento dell’età media, che al momento supera di molto i 50 anni. L’effetto di questa perversa spirale è un atteggiamento “meglio schivare” che induce anche tanti vincitori delle procedure concorsuali a rinunciare a un posto tra i dipendenti del ministero della Giustizia». Quanto al possibile supporto della convenzione con la Regione, che consiste all’amministrazione giudiziaria di attingere alle graduatorie regionali, Cenci valuta positivamente lo strumento, ma giudica soltanto marginali i benefici che potrà portare in termini di personale aggiuntivo.  

I PUNTI PIÙ CRITICI Cenci punta il dito anche sulla mancanza di sedi e occasioni di confronto tra Governo e sindacato. «La visita del viceministro – dichiara – doveva essere l’occasione per rappresentare le tante criticità da affrontare, ma l’esecutivo evita da tempo ogni confronto con le parti sociali. Avremmo detto a Sisto che gli uffici hanno già superato la soglia critica e che molti di questi non sono semplicemente in grado di erogare i servizi. Tribunali e soprattutto i Giudici di pace lavorano ormai in condizioni di emergenza, in particolare a Gorizia, su cui grava anche la gestione dei trattenimenti al Cpr di Gradisca. I Tribunali e le Procure sono ovunque in grave carenza di personale, gli uffici per le pene alternative e per i minori operano in cronica scarsità di risorse, il personale civile dell’amministrazione penitenziaria è ridotto all’osso, in particolare per quanto riguarda i funzionari contabili, costretti a coprire le carenze tra gli uffici del Triveneto, con interminabili spostamenti quotidiani da una sede all’altra, così come i funzionari degli uffici notificazioni penali, sempre più spesso assegnati a strutture diverse da quelle di appartenenza. Se si vuole invertire la china – conclude Cenci – e affrontare davvero questa emergenza, serve una svolta radicale, con investimenti strutturali per migliorare trattamenti economici e sulle condizioni di lavoro. I palliativi ormai non servono più».