Riforma sanitaria, stop ai tatticismi
Stop ai tatticismi
sull’avvio della riforma sanitaria. Che deve partire subito, «abbandonando un
modello obsoleto di rete ospedaliera per puntare a una sanità efficace,
efficiente e sicura, fondata su dotazioni certe di personale e di specialisti,
con bacini di utenza capaci di garantire un adeguato numero di prestazioni e
quindi la sicurezza degli atti sanitari». A chiederlo è la Cgil regionale, con la
responsabile welfare Orietta Olivo, che chiama la Giunta e l’assessore a dare
attuazione concreta agli obiettivi della legge 17/2013.
RIFORMA SUBITO. Un messaggio forte e chiaro, quello della Cgil, «fermamente
contraria», dichiara Olivo, al congelamento della riforma ipotizzato in
concomitanza con le amministrative di primavera. «Diciamo no per due motivi. Il
primo è tecnico, ed è legato al fatto che il personale sta già pagando il peso
dei tagli operati con la finanziaria, che richiederebbero l’avvio contestuale
di una riorganizzazione. Il secondo è politico: ai sindaci avversi alla
riforma, infatti, fa più gioco sfruttare annunci di possibili chiusure
piuttosto che confrontarsi con le trasformazioni reali, che possono dimostrarsi
utili al territorio».
PRINCIPI GIUSTI. Il cambio di passo chiesto dalla Cgil nasce proprio dalla
condivisione dei principi base della legge regionale approvata a novembre dal
Consiglio. «Manteniamo – spiega Olivo – il giudizio positivo all’impianto
generale della legge 17, che scorgiamo anche nelle linee di gestione impartite
ai direttori generali e possiamo immaginare sarà presente nella riforma vera e
propria. Il problema è che l’unica certezza, a questo momento, è il
sottofinaziamento del sistema, e che a pagarne le conseguenze per ora è solo il
personale, che ha già subito un taglio di oltre 500 posti dal 2010, è costretto
a turni sempre più gravosi e ha il contratto fermo al 2009. Per questo è
necessario da un lato avviare la riorganizzazione, dall’altro reimmettere al
più presto nel sistema quei 30 milioni di dotazione aggiuntiva congelati in
attesa del placet della Corte dei Conti, per superare questo periodo di
transizione in attesa di una vera riforma».
RISORSE SCARSE. Proprio la scarsità di risorse, secondo la Cgil, impone di avviare a
tappe forzate una riorganizzazione basata su alcuni punti fermi ben precisi. Il
potenziamento del territorio, che deve diventare il fulcro del servizio
sanitario regionale, la revisione di una rete ospedaliera che con i suoi 17 ospedali
e i suoi troppi doppioni è anacronistica, dispendiosa e poco adatta a garantire
quell’appropriatezza delle cure necessaria a gestire l’evoluzione del quadro
demografico e sanitario. Puntare sulla prevenzione, gestire meglio la domanda
di prestazioni attraverso un migliore controllo delle prescrizioni e della
spesa farmaceutica, anche attraverso una migliore rapporto con i medici di
base, migliorare l’informatizzazione. «Spiegare con chiarezza e con coraggio ai
cittadini – conclude Olivo – che l’equazione salute uguale più ospedali non è
corretta e che prima di tutto, al contrario, bisogna garantire l’appropriatezza
e la sicurezza delle cure. Queste, per la Cgil, le linee guida che dovrà seguire la
riforma. Le uniche capaci di garantire un reale controllo della spesa, senza
penalizzare il livello dei servizi e garantendo la natura pubblica e
universalistica del sistema».