Lotta all’evasione, una priorità anche per i comuni
Dalla lotta all’evasione può arrivare un puntello importante per i bilanci e la capacità di spesa dei Comuni, messi a dura prova dal calo delle entrate e dal patto di stabilità. A sostenerlo è la segreteria provinciale della Cgil di Udine, che sollecita i Comuni della provincia a un maggiore impegno sul recupero e sul contrasto all’evasione. «La strada – si legge in una nota – è quella già intrapresa dal Comune di Udine, il primo nella nostra regione a sottoscrivere, quattro anni fa, un protocollo anti-evasione con l’Agenzia delle Entrate, con un impegno su questo fronte che è stato confermato anche in sede di confronto con i sindacati su fisco e welfare locale».
Considerando che a livello generale il peso dell’evasione in regione viene stimato in quasi 1,3 miliardi di euro all’anno e che le risorse recuperate, secondo i dati 2012, ammontano a 170 milioni, i margini di recupero sono molto ampi. Sono però soltanto 8, tra i quali tutti e 4 i comuni capoluogo, le amministrazioni che hanno sottoscritto finora i protocolli con l’Agenzia delle Entrate. «Un numero bassissimo – sostiene ancora la Cgil -se raffrontato non solo con i 258 comuni dell’Emilia Romagna, i 149 della Toscana e i 45 della Liguria, ma anche con il 100% di compartecipazione sulle risorse recuperate che in base alle leggi vigenti viene riconosciuto agli enti locali dall’Agenzia delle Entrate».
Due le priorità secondo la Cgil. Non soltanto quella di incrementare il numero dei protocolli con l’Agenzia, ma anche quella di potenziare le capacità di contrasto all’evasione dove questi sono già attivi, come nel caso del comune di Udine, che nel bilancio preventivo 2014 ha stimato un recupero di 1 milione di euro. «Questo – prosegue la segreteria – contando anche sui nuovi strumenti messi a disposizione dei comuni da parte dell’Agenzia delle Entrate, che nel frattempo ha curato la formazione per altri 94 enti locali. In questa prospettiva dovrebbe essere la Regione ad assumere l’iniziativa sostenendo concretamente i comuni che intendono impegnarsi su questo fronte, singoli o in rete con altre amministrazioni, con un intento che non deve essere visto come vessatorio, ma come la risposta a una sacrosanta domanda di equità sociale e solidarietà nei confronti di quel numero crescente di persone e di famiglie che di fronte alla crisi cercano un maggiore aiuto nelle istituzioni».