Appalti Fincantieri, la Cgil rilancia: serve un nuovo protocollo
«La legalità negli appalti non è solo un problema delle forze dell’ordine, ma è anche di Fincantieri, perché riguarda l’interno del cantiere. Dall’azienda ci aspettiamo quindi un’azione più incisiva, auspicando che l’interessamento della presidente Serracchiani, che si è presa a cuore il problema, possa favorire la firma di un nuovo protocollo». Il segretario regionale della Cgil Franco Belci replica così alle critiche dell’amministratore delegato del gruppo navale Giuseppe Bono, che a margine dell’assemblea di bilancio aveva sollecitato il sindacato, e in particolare la Cgil, a comportamenti più responsabili. «Fincantieri – ha aggiunto Belci in occasione del direttivo tenutosi questa mattina a Udine – è una grande azienda, che si sta muovendo bene sul mercato perché è stata capace di diversificare il suo business. Anche alla luce di questi risultati, e dei 37,5 milioni di utile nel 2014, ci saremmo però aspettati un riconoscimento del contributo dei lavoratori».
Sulla polemica con Fincantieri c’è da registrare anche una nota di Susanna Camusso (vedi allegato), nella quale la segretaria generale della Cgil stigmatizza l’assenza di confronto tra i vertici del gruppo e la Cgil regionale. Che richiede da tempo, in linea anche con le sollecitazioni del prefetto di Gorizia, la firma di un nuovo protocollo per arginare il rischio di infiltrazioni criminale nell’ambito del cantiere di Monfalcone.
Al centro dei lavori del direttivo anche l’emergenza Isee, sulla quale i sindacati continuano a invocare un intervento della Regione per prorogare tutte le scadenze e allentare la pressione sui Caf. «La diversità delle soluzioni adottate sul territorio, dove ci sono comuni e amministrazioni che hanno allungato i termini per il perfezionamento delle pratiche, dimostra che esistono gli spazi per intervenire, pur nella consapevolezza che siamo di fronte a un problema di non facile soluzione e che gli errori stanno a monte, cioè nelle scelte del Governo. Ma l’emergenza – ha concluso Belci – non può essere scaricata sui Caf dei sindacati: dal momento che la responsabilità non è nostra, non potremo fare altro che indirizzare ai comuni le richieste cui non siamo in grado di dare una risposta».
Inevitabile, alla vigilia di un Primo Maggio che Cgil, Cisl e Uil hanno scelto di dedicare al tema dell’immigrazione, un accenno all’emergenza profughi. Belci, anticipando uno dei temi forti dei quattro cortei di domani (Trieste, Gradisca, Cervignano e Pordenone), ribadisce l’esigenza di un modello basato sull’accoglienza diffusa. «Giusto – dichiara il segretario – che la Giunta regionale insista su questo punto. Ci preoccupa però l’inerzia dell’Anci, che sta favorendo risposte in ordine sparso, scaricando solo su una parte dei comuni tutto il peso dell’emergenza. Vero che manca un piano nazionale da parte del Governo, ma crediamo che tutto il territorio debba fare la sua parte».