Assestamento 2011, scontata la bocciatura della Consulta

La Cgil contestò con fermezza gli articoli delle variazioni di bilancio 2011 oggi dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale, compresi quelli sui quali è venuto meno l’oggetto del contendere essendo già stati oggetto di modifica in Consiglio da parte della maggioranza.
Naturalmente fummo accusati di atteggiamenti pregiudiziali e di propaganda politica, con tutto il vetusto armamentario che in questi casi il centrodestra usa mettere in campo. Fatto sta che sono state eccepite tutte quelle norme, da noi segnalate, che intervenivano su materie di pertinenza contrattuale, quelle che prevedevano percorsi privilegiati per gruppi di dipendenti o addirittura confezionate per singole persone, come nel caso dei due dipendenti di qualifica non dirigenziale assunti alla direzione sanità con incarico di dirigente a termine, ai quali si è cercato di trasformare il contratto a tempo indeterminato senza passare per alcuna forma concorsuale.
Come giudicare alla luce di questi fatti il reiterato tentativo della Giunta di bypassare la contrattazione e il controllo che essa esercita, attraverso la dialettica degli interessi, sulla discrezionalità e sugli arbitrii dell’esecutivo? E come valutare i ripetuti annunci sulla necessità di una riforma della pubblica amministrazione? Noi la riforma la vogliamo davvero, ma essa deve puntare, oltre che a una maggiore efficacia e omogeneità nell’erogazione dei servizi, al recupero di quella terzietà dell’azione amministrativa che è garanzia di trasparenza e controllo. Terzietà minata alle fondamenta quando le norme definiscono favori e privilegi ad personam.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg