Camusso: “Il lavoro torni al centro dell’agenda politica”
«Conservare è più facile che costruire, ma difendere un’autonomia speciale significa anche essere capaci di autoriformarsi. Perché l’autonomia deve essere sempre un passo avanti». Questo l’appello che Susanna Camusso ha lanciato alla politica, alle forze economiche e alla società civile del Friuli Venezia Giulia dal palco della Stazione Marittima di Trieste, dove il segretario generale della Cgil ha chiuso l’atteso che ha visto gli interventi di Renzo Tondo e Debora Serracchiani, avversaria del governatore nelle elezioni regionali del 2013.+Al centro dell’intervento della segretaria, durato quasi un’ora, l’esigenza che la politica riprenda in mano il filo di una programmazione, di una capacità di definire le linee dello sviluppo che per la Camusso si è totalmente dissolta negli ultimi vent’anni. «Dobbiamo individuare quali sono le industrie su cui puntare, tra cui non può non esserci quella siderurgica – ha dichiarato la segretaria – e rimettere al centro dell’agenda politica quel lavoro che ne è stato totalmente escluso, come dimostrano la piaga dell’occupazione giovanile e la diffusione della povertà anche tra chi lavora. Un fenomeno, quello del lavoro povero, dal quale credevamo che l’Italia fosse immune».
Inevitabile un accenno alla conferenza stampa annunciata per domani a Melfi dall’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, alla presenza del Presidente del Consiglio Monti. «Se ci sarà anche il premier, dopo che il suo Governo ha evitato accuratamente di occuparsi di Fiat come di Finmeccanica, è evidente che sarà uno spot elettorale. Se sarà annunciato l’avvio di nuove produzioni in Italia, comunque, questo è anche il frutto dell’ostinazione con la quale la Cgil, per tre anni, ha portato avanti le sue battaglie in Fiat. Se non avessimo tenuto la barra diritta, infatti, sarebbero in molti, oggi, a pensare che Fiat farebbe bene a lasciare il Paese».
Politiche industriali e investimenti su istruzione e formazione, per la Camusso, sono le strade che possono portare il Paese fuori dalla crisi. «Ha ragione chi dice che il Paese cambierà e niente sarà più come prima, come ha detto Tondo, ma al presidente del Fvg dico che la politica deve avere la capacità di capire dove ci porterà il cambiamento, di governarlo. Serve un’idea per lo sviluppo di questo paese, sviluppo che per il nostro Paese come per questa regione non può prescindere dalla logistica, perché la posizione geografica dell’Italia, al centro dell’Europa e del Mediterraneo, è una delle grandi risorse su cui puntare per uscire dalla crisi».