Caregiver, il primato del Fvg. L’appello dello Spi Cgil: sostenere chi aiuta gli anziani in casa
«Una rete silenziosa di assistenza e un supporto fondamentale, anche
se spesso invisibile, al welfare pubblico». Sono le persone, spesso
anziane anch’esse, che si prendono cura di anziani o non
autosufficienti. In Italia rappresentano il 17,4% della popolazione,
ma superano il 20% in Friuli Venezia Giulia, la percentuale più alta
a livello nazionale. Un primato, quello della nostra regione,
confermato anche da una percentuale di “caregiver” familiari che
sfiora il 17%, secondo l’ultimo rapporto Istat sulle condizioni di
salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e in Europa.
se spesso invisibile, al welfare pubblico». Sono le persone, spesso
anziane anch’esse, che si prendono cura di anziani o non
autosufficienti. In Italia rappresentano il 17,4% della popolazione,
ma superano il 20% in Friuli Venezia Giulia, la percentuale più alta
a livello nazionale. Un primato, quello della nostra regione,
confermato anche da una percentuale di “caregiver” familiari che
sfiora il 17%, secondo l’ultimo rapporto Istat sulle condizioni di
salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e in Europa.
Se le persone
complessivamente impegnate in lavori o funzioni di assistenza ad
anziani e autosufficienti sono 8,5 milioni a livello nazionale e
quasi 250mila in regione, la maggior parte di questi, 7,3 milioni in
Italia, 220mila in regione, non lo fa in forma di lavoro, ma
nell’ambito di reti informali, prevalentemente familiari, di
supporto e assistenza. Un “welfare” di vicinato che lo Spi, il
Sindacato pensionati della Cgil, chiede di incentivare e di
sostenere, «per favorire la permanenza in casa degli anziani,
contenere il ricorso alla casa di riposo, che dovrebbe rappresentare
l’ultima opzione, e sostenere costumi e stili di vita in linea
finalizzati all’invecchiamento attivo, dando e sostanza alla legge
regionale in materia, approvata nel corso dell’ultima legislatura»,
spiega Daniela Vivarelli, della segreteria regionale Spi. Dai dati
Istat emerge anche come a svolgere il ruolo di caregiver siano in
larghissima prevalenza donne e sempre più spesso «persone over 65 o
anche over 75 che assistono altri anziani», e che la nostra regione,
anche in virtù delle sue caratteristiche demografiche, «possa
rappresentare un laboratorio avanzato sul fronte del supporto a
queste reti di welfare informale e della sperimentazione di nuove
forme di assistenza domiciliare ad anziani e non autosufficienti»,
dichiara ancora Vivarelli.
complessivamente impegnate in lavori o funzioni di assistenza ad
anziani e autosufficienti sono 8,5 milioni a livello nazionale e
quasi 250mila in regione, la maggior parte di questi, 7,3 milioni in
Italia, 220mila in regione, non lo fa in forma di lavoro, ma
nell’ambito di reti informali, prevalentemente familiari, di
supporto e assistenza. Un “welfare” di vicinato che lo Spi, il
Sindacato pensionati della Cgil, chiede di incentivare e di
sostenere, «per favorire la permanenza in casa degli anziani,
contenere il ricorso alla casa di riposo, che dovrebbe rappresentare
l’ultima opzione, e sostenere costumi e stili di vita in linea
finalizzati all’invecchiamento attivo, dando e sostanza alla legge
regionale in materia, approvata nel corso dell’ultima legislatura»,
spiega Daniela Vivarelli, della segreteria regionale Spi. Dai dati
Istat emerge anche come a svolgere il ruolo di caregiver siano in
larghissima prevalenza donne e sempre più spesso «persone over 65 o
anche over 75 che assistono altri anziani», e che la nostra regione,
anche in virtù delle sue caratteristiche demografiche, «possa
rappresentare un laboratorio avanzato sul fronte del supporto a
queste reti di welfare informale e della sperimentazione di nuove
forme di assistenza domiciliare ad anziani e non autosufficienti»,
dichiara ancora Vivarelli.
Quello
dell’assistenza domiciliare è stato uno dei temi centrali, ma non
l’unico, di un recente incontro tra le donne dello Spi tenutosi
alla Cgil di Udine. Tra gli altri argomenti toccati anche la medicina
di genere, le piattaforme di genere all’interno della
contrattazione sociale, l’aumento dei casi di violenza sulle donne
anziane e le prossime tappe della mobilitazione Cgil per contrastare
il disegno di legge Pillon in materia di diritto di familglia, «una
controriforma retrograda e oscurantista – spiega Vivarelli –
contro la quale le donne del sindacato puntano a riprendere quanto
prima la mobilitazione unitaria».
dell’assistenza domiciliare è stato uno dei temi centrali, ma non
l’unico, di un recente incontro tra le donne dello Spi tenutosi
alla Cgil di Udine. Tra gli altri argomenti toccati anche la medicina
di genere, le piattaforme di genere all’interno della
contrattazione sociale, l’aumento dei casi di violenza sulle donne
anziane e le prossime tappe della mobilitazione Cgil per contrastare
il disegno di legge Pillon in materia di diritto di familglia, «una
controriforma retrograda e oscurantista – spiega Vivarelli –
contro la quale le donne del sindacato puntano a riprendere quanto
prima la mobilitazione unitaria».